Descrizione
Tra Cielo e Terra è una silloge di poesie limpide, ma dense di temi grandi, immagini luminose e riflessioni profonde.
I temi portanti sono la Natura, il sentimento, espresso soprattutto dall’amore verso gli altri e dalla propria femminilità e – terzo ma non meno significativo – una fede quasi panteistica.
L’elemento dominante è la Natura, fonte di stupore, che si manifesta nelle piccole cose, come uno stelo, un frutto, dai quali l’occhio si allontana per volgersi all’immensità del cielo… poi lo sguardo ritorna alla terra, ma sempre per guardare il cielo, non foss’altro che rispecchiato in una pozza d’acqua.
Brevi, fuggevoli le visioni del Lago, eppure così presenti.
Il percorso che il lettore compie insieme alla poetessa con questa silloge lo porta a cogliere un senso di mistero e di speranza in un aldilà consolatorio – e qui non siamo distanti dalla visione cristiana –, ma non manca la percezione, sempre attraverso la Natura, di un mondo invisibile e onirico, popolato di esseri magici come le fate del bosco, o elementi naturali personificati, come il vento Zefiro, figlio degli dei: un buon sano panteismo, a temperare un monoteismo più severo e totalizzante.
Fuor dalla Pazza Folla
Fuor dalla Pazza Folla
E dalla pazza Estate;
Quando l’ape
Nel beato silenzio
Di campagna
Sugge il suo nettare
Rubando il fascino
Al fior di macchia
Tra ’l verde
E la roccia
Che di granito
Ne brilla lo splendore:
Vedo il tuo volto
Nel più bel sogno d’amore
E qui si compiace
L’anima col cielo;
L’uccello che canta
Sul suo melo,
La farfalla
Che ibrida un papavero
E… l’arena bianca
Avanza l’onda
Di Nettuno ancor con gli occhi
Spumosi e trasparenti.
Qui, nel mescere i colori,
Un pittore solitario
Al mar gettò
La tavolozza
E lui s’immerse
Nella pace
Più fonda,
Con l’occhio
All’occaso del tempo
E dello spazio.
Tutto si compì
Così descritto
Nel fugace diario
D’un amore pazzo,
Solo col sogno
Del suo cuore
E… sempre
Fuor dalla Pazza Folla
E dalla pazza Estate!
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