Vieni a sederti tra i fiori

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Formato: Libro cartaceo pag. 342

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Autore:Giuseppina Valla Innocenti

Note sull’autore

 

 

COD: ISBN: 978-88-5539-249-5 Categoria: Tag:

Descrizione

“Vieni a sederti tra i fiori!” è l’invito rivolto a chi entra a far parte della famiglia Gallo, a chi condivide le sue aspirazioni e i suoi traguardi.

È un salto nel passato con la certezza che, in quell’angolo della grande casa, si potranno trovare le risorse per affrontare le difficoltà del presente e la forza per continuare a credere nel futuro.

È la storia di una “normale” famiglia piemontese che vive in un piccolo centro agricolo a pochi chilometri da Torino e si adatta alle trasformazioni che dal 1961, nel pieno del boom economico, giungono fino al 2001.

“Sessanta capitoli di vita” dai tratti delicati e coinvolgenti, tra mutamenti storici, scontri generazionali e desiderio di cambiamento. In quarant’anni i vecchi rimangono visceralmente legati alla terra, i giovani subiscono il fascino della città e le donne lottano, ogni giorno, contro una società che tende a metterle da parte e a trascurare i loro sentimenti. Con determinazione e tenacia, saranno proprio loro a salvare le sorti dei loro cari…

Prefazione di Gianni Oliva

Sessanta capitoli brevi e intensi, come gli anni che nonna Regina compie il 7 settembre 1961, giorno in cui inizia il bel romanzo di Giuseppina Valla Innocenti. A parlare è Matilde, la nipote della matriarca che, tra ricordi e riflessioni, ripercorre quarant’anni di vita dei Gallo, una famiglia di origine contadina che vive in un piccolo centro vicino a Torino. Il filo conduttore della narrazione sono le trasformazioni sociali e culturali comprese tra l’anno simbolo del “boom economico”, il 1961 (per Torino soprattutto l’anno del centenario dell’Unità d’Italia), e il 2001, l’anno dell’attentato alle Torri gemelle. La saga dei Gallo si trasforma così in chiave di lettura per comprendere un percorso storico tanto ardito quanto rapido: Nonna Regina e il marito, Nonno Primo, sono personaggi della prima metà del Novecento, lei anima della casa e ricamatrice esperta, lui contadino tenace che a forza di sudore e risparmi riesce a comprare abbastanza terra da elevarsi socialmente, trasformandosi da manovale in coltivatore diretto.

L’evoluzione dei tempi corre però veloce: il piccolo borgo rurale viene progressivamente inghiottito nella metropoli industriale, il richiamo del lavoro in fabbrica è seducente, i solchi e i campi di cereali appaiono obsoleti. È la storia comune alla generazione cresciuta negli Anni Cinquanta/Sessanta.

La famiglia Gallo è attenta e perspicace, ha fatto studiare un figlio all’istituto per geometri, pensa alla meccanizzazione agricola ma i “vecchi” vivono nell’orizzonte della terra, i giovani in quello della metropoli e ognuno ha diritto di cercare la propria strada e percorrerla fino in fondo, foss’anche per tornare alle origini dopo aver sperimentato altre dimensioni (come capita a uno dei nipoti, che lascia la Fiat per poi tornare alla campagna).

Quando Nonna Regina si spegne, ormai ultranovantenne, una nuova rivoluzione si va affermando: l’era informatica sconvolge le nozioni tradizionali di spazio e tempo, proietta il lavoro in una dimensione postindustriale, omologa comportamenti e Culture nel mito della globalizzazione.

La seconda parte del volume è dedicata a quest’ultima sfida e presenta i più giovani dei Gallo immersi, con successo, nella prospettiva del Terzo Millennio. Quarant’anni di vita familiare attraverso i quali scorrono i quarant’anni forse più veloci della storia umana. L’ultimo gesto della nonna, tuttavia, è un messaggio che consegna al futuro i valori della tradizione, che devono aggiornarsi nel trasformarsi delle stagioni ma non possono mutare nella loro essenza più profonda: Nonna Regina, che non aspetta il 2000 (“mi piacerebbe ma ci sono troppi zeri e lo guarderò di lassù”) chiede a Matilde di sedersi tra i fiori colorati che ha sempre ricamato e le dice: “sono stati un punto fermo della mia vita, qui potrai sempre trovare conforto”.

I fiori ricamati sono il simbolo della dimensione familiare, il riferimento dove s’intrecciano memoria, solidarietà, affetto e sono il simbolo della figura femminile, di quelle donne che nella saga dei Gallo rappresentano l’asse portante di tutte le vicende. Con questa bella immagine Giuseppina Valla Innocenti conclude un libro che si legge agilmente, in cui le storie di vita (speranze e sofferenze, errori e successi) vengono raccontati senza enfasi né retorica: un omaggio autobiografico dell’Autrice alla propria storia personale ma anche una lezione di ”vita vissuta” per i più giovani e per quanti vorranno leggere queste pagine.

GIANNI OLIVA

2 recensioni per Vieni a sederti tra i fiori

  1. Sara Garbo

    “Vieni a sederti tra i fiori”… proprio così mi hanno detto i personaggi del romanzo di Giuseppina Valla Innocenti. E io ho colto l’invito senza farmelo ripetere due volte. Così mi sono ritrovata in quel mondo rurale piemontese a cui tanto sono affezionata e che sempre, nonostante l’incursione delle novità che inevitabilmente il tempo porta con sé, mantiene la sua aura di elegante cortesia. Nonna Regina e Nonno Primo danno inizio a una saga famigliare che, con i suoi alti e bassi, si dipana sul filo degli eventi storici. “Vieni a sederti tra i fiori”… e seguo il gesto gentile della mano di Matilde, che mi offre i suoi occhi come se fossero un caleidoscopio, per vedere le sfaccettature spigolose e i colori vivaci del suo mondo agreste fondersi vorticosamente in un ricamo gentile, nelle tonalità ambrate del ricordo.

    I toni del linguaggio sono sempre nappati di garbo, mai una concessione all’ira o al miele, perché come diceva sempre nonna Regina: “Nella vita ci vuole misura”, una misura evidente nello stile morbido e ben padroneggiato che caratterizza le descrizioni puntuali della Casa di Piazza, delle campagne e della nostra bella Torino. “Ceramica di Limoges”, “bureau”, “Gobelin”: brillano come stelle nel firmamento lessicografico dell’autrice mille rifermenti a una raffinatezza tutta francese, forse ancor più idealizzata in un milieu di provincia e in un dialetto che profuma d’Oltralpe. I tempi narrativi sono legati agli avvenimenti della macrostoria e ne seguono inesorabilmente la ciclicità, messa in evidenza dal ritmo cadenzato dei capitoli brevi e rigorosamente strutturati.

    “Vieni a sederti tra i fiori”, spicca il titolo del romanzo su una copertina che sa di primavera e mantiene la sua promessa di freschezza.

  2. Maria R.

    Bella storia, ben scritta, che racconta il nostro passato recente e ci fa comprendere come siamo e perché siamo così. I personaggi ci sembrano familiari, conosciuti da sempre, la loro anima profondamente piemontesen tutte le sue sfaccettature.

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