Onora il padre e la madre

22,00

Formato: Libro cartaceo pag. 420

Autore:Mario Michele Nejrotti

Note sull’autore

 

COD: ISBN: 978-88-5539-324-9 Categoria: Tag: ,

Descrizione

Onora il padre e la madre è un thriller poliziesco, ambientato tra Puglia e Lazio.
Davide Filangeri, uomo del nord Italia, si innamora di una prostituta rumena, Silvia Kovacs, e, insieme a lei, vive un’avventura molto pericolosa tra servizi segreti, malavita organizzata, volontari e invisibili, carabinieri e polizia, prostitute somale e sfruttatori, chimici e assassini.
In questa storia i buoni per combattere i cattivi devono accettare le loro regole e sporcarsi mani e coscienza; i cattivi spesso hanno motivi che li spingono a essere tali.
Per sottofondo, un vecchio omicidio irrisolto, di quando Davide Filangeri, anni prima giovane e inesperto carabiniere a Bari, era finito in un gioco troppo grosso per lui.
Per ritrovare il suo equilibrio dovrà scoprire, insieme a un misterioso ex vicequestore, chi e che cosa stavano dietro l’apparentemente inutile uccisione del maresciallo Alighieri, suo mentore.
Onora il padre e la madre disegna i limiti che buoni e cattivi non possono superare perché un sistema, se pure imperfetto e corrotto, non crolli tragicamente, trascinando con sé tutti nella sua distruzione.
Uno stile vivace e asciutto e un crescendo di colpi di scena.

Incipit

A Davide piaceva allenarsi e correre al mattino.

Negli anni, per riempire il vuoto della sua vita schifosa, aveva fatto un mucchio di corsi di arti marziali, ma non ne aveva mai frequentato uno a lungo. Ci andava per non perdere quello che gli avevano insegnato durante il servizio militare. Conosceva molte mosse di difesa e offesa di discipline differenti. Sapeva picchiare, anche se non aveva avuto occasioni di attaccare briga o forse non le aveva cercate mai. Questa attività fisica, insieme al nuoto, che praticava appena poteva, gli avevano dato una bella muscolatura scattante. Non aveva grasso addosso e con la sua statura, i capelli neri, gli occhi grigio azzurri, a trentaquattro anni si poteva definire un bell’uomo.

Aveva anche un tatuaggio sul braccio destro: una goletta sul mare calmo. Una rappresentazione del suo desiderio di viaggiare. Forse non solo viaggiare, proprio scappare via da tutto, ma principalmente da se stesso.

Da ragazzo aveva viaggiato. Era figlio unico e i suoi lo aiutavano: tutta l’Europa, un po’ d’Africa e Asia. Mai negli Stati Uniti, aveva un pregiudizio marcato per la gente. L’America del Sud era troppo lontana. All’Australia non aveva mai pensato, chissà perché.

Che cos’era capitato dopo?

Era andato prendersi una laurea magistrale in Informatica e Sicurezza Informatica, conseguita senza difficoltà a pieni voti a Milano e un Master in Scienze per la conservazione e la diagnostica dei beni culturali. I suoi studi tutto sommato erano stati noiosi e poco, veramente poco, avventurosi, anche se sognava di salvare la bellezza artistica del suo Paese.

Alla fine, non trovando lavoro, a ventisei anni era entrato volontario tra i carabinieri.

Dopo il corso di formazione, per i suoi titoli, era stato assegnato al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico di Bari, con sede nell’antico castello Svevo.

Molto ufficio e poca azione. Fosse rimasto sempre in ufficio sarebbe stato meglio.

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