Descrizione
Cinque commedie in cerca di attori è una raccolta di cinquepièces teatrali, differenti nei contenuti, ma accomunate dalla precisa scelta del genere comico-grottesco e animate da un indiscutibile intento etico-didascalico, sfruttato dall’autore per riflettere su tematiche comportamentali e sociali quali, ad esempio, il tema del perdono, i preconcetti piccolo-borghesi che bollano come un’onta il restare zitella, la meschinità dei ciarlatani che si beffano dei sogni altrui, l’ipocrisia dei matrimoni d’interesse, la bieca amoralità…
È un teatro che affonda le sue radici nei dettami dellaCommedia dei caratteri, in cui viene rappresentata la vita quotidiana, l’autenticità dell’uomo comune con cui, facilmente, il lettore/spettatore può identificarsi.
La penna dell’autore è fresca, chiara e spontanea. Pur amando forme ed espressioni popolari, l’autore riesce sapientemente ad intercalare intonazioni farsesche dettate da situazioni concitate e vivaci, a toccanti passaggi di sapore lirico.
INCIPIT
Peppino: (Preoccupato). Dottoressa Sardella, ditemi, è grave?
Sardella: Molto… molto grave. (Con la mano destra fa segno a Peppino di avvicinarsi a lei mentre si allontana dal letto dell’ammalata). Signor Peppino, vostra moglie Giuseppina è in pericolo di vita, la malattia, se non viene curata, non perdona.
Peppino: Dottoressa, allora curiamola! Cosa aspettiamo?
Sardella: È una parola! La signora è affetta da una malattia rarissima. Forse, in questo momento, in tutto il mondo è l’unico caso esistente.
Peppino: (Sconvolto). Addirittura! Dottoressa, scusatemi l’ardire… ma non state esagerando?
Sardella: Non mi meraviglio del vostro stupore! La malattia di vostra moglie si guarisce in un solo modo.
Peppino: Allora si può curare? Ma che malattia ha?
Giuseppina: (Sollevandosi con fatica e scoprendosi fino alla vita, con voce di chi sta male). Peppino! Dottoressa Sardella! Fatemi sapere, come sto?
(Peppino e la dottoressa Sardella si girano a guardare Giuseppina e subito hanno uno scatto di paura nel vedere Giuseppina nella sua mezza bruttezza).
Peppino: (Impaurito, trema nel parlare). Amore, stai calma, la dottoressa spiegherà come curarti. Non ti devi preoccupare. Il rimedio c’è.
Giuseppina: È vero, dottoressa? Posso guarire?
Sardella: Ma certo, mia signora, è quello che sto cercando di fare. (Si riavvicina all’ammalata). Vedete, Giuseppina, il vostro male sta nel vostro cervello.
Giuseppina: Sono malata di mente?
Peppino: (Sottovoce). Oltre alla bruttezza, ci vuole anche la pazzia!
Sardella: Adesso provate ad alzarvi. Ci sediamo tutti e tre e parliamo. Quello che ho da dirvi è molto importante.(Porge le mani a Giuseppina). Su, alzatevi, vi accompagno io.
(Mentre la dottoressa Sardella e Giuseppina si portano al centro della scena, Peppino sistema il divanetto vicino al tavolo. Giuseppina si accomoda sul divanetto mentre Peppino e Sardella si siedono sulle sedie vicino al tavolo. Peppino siede dalla parte di Giuseppina).
Peppino: Dottoressa spiegateci tutto! I soldi per curarla non ci mancano.
Sardella: Non servono i soldi!
Peppino: (Equivocando). Addirittura?
Giuseppina: Ma allora devo morire?
Sardella: Fatemi parlare. Il male da cui siete affetta, Giuseppina, si chiama… così, nel termine volgare, “possesso”.
Peppino: Ma che razza di malattia è questa? Non l’ho mai sentita!
Sardella: Per l’appunto! È un male che, forse, in questo momento ha solo vostra moglie!
Giuseppina: Dottoressa, allora è per questo motivo che sento il desiderio forte di possedere qualcosa?
Peppino: Parla! Devi dire cosa desideri! Solo così potrai guarire da questo morbo rarissimo.
Giuseppina: Non posso dirlo!
Peppino: Ma come? Non puoi dirlo?
Sardella: (A mo̓ di rimprovero). Signor Peppino! Voi non immaginate la gravità di questa malattia. Non dovete assolutamente parlare in questo modo. Ne va di mezzo la vita di vostra moglie.
Peppino: Io non capisco, mia cara dottoressa. Spiegatevi meglio! Se Giuseppina ha un desiderio, perché non accontentarla!
Sardella: Forse è meglio che prima facciamo parlare la signora, la malata può agevolarmi il compito per la diagnosi che dovrò fare.
Peppino: (Rivolto a Giuseppina). Dunque, parla! Cosa devi dire?
Giuseppina: Mi vergogno! Non riesco a parlare.
Sardella: Suvvia, signora! Dovete parlare, poi spiegherò io a vostro marito la cura che dovete fare.
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