Descrizione
Dietro la satira, il gioco linguistico, l’occasionale sberleffo, in questa silloge si cela in realtà il pudore dei sentimenti più intimi, il disincanto di fronte all’amore (effimero o addirittura impossibile). Di fronte a un mondo avvelenato dall’uomo, che inquina la natura ma anche la vita sociale con ingiustizie e sofferenze, il Poeta-Giullare del verso non si preoccupa del “politically correct”, irride gli omini color verde-padano e stigmatizza l’ipocrisia dei perbenisti che rifiutano il “diverso”. Sempre latente, l’idea della morte: irrisa pure lei, ma fino a un certo punto…
PIOGGIA VARIA
Cave canem
L’illuminazione:
Genuflesso in un candore improvviso
Leggo a mala pena
Una frase scritta
Sull’uscio del cuore
– Cave Canem –
E dalla gola
Balbettante, si arrampica un sommesso abbaiare.
’A morte m’ha fatto fesso
Incespico nelle parole
E nei suoni di questa nuova lingua
Le emozioni, le frasi, la melodia del cuore
Sono, lo sai
Incatenate da lungo tempo
In una grammatica
Stuprata sul campo di battaglia
Da gente calata dai monti.
’O ssai sì,
’O ssai cà ammore mio nun se ne va cu ‘o viento
’O ssai?
’A morte m’ha fatto fesso.
È venuta chiano chiano, senza ffa rummore
’e ccu st’ammuina insolita
Si è dileguata con te sotto un cumulo di foglie.
E mi ha lasciato
Di te
Poche e confuse cose:
Forse un bacio o forse un gemito
Là dove il verso va a morire in un insolito campo
Arato a dolori e carezze strappate.
Congiuntivo amoroso
Se i miei occhi potessero passeggiare nei tuoi
Si soffermerebbero in ogni cantuccio
E spierebbero i tanti colori preposti al nostro amore.
Se i tuoi occhi dovessero passeggiare nei miei
Inciamperebbero sul lastricato,
Sconnesso
Dagli amori di un albergo diffuso.
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