Lucio scosse la testa contrariato.«Porca trota! Ok, continuiamo insieme. Muoviamoci».
Sul volto di Gioele apparve un accenno di sorriso. La coppia riprese a correre a fatica sul terreno fangoso e scivoloso. La pioggia fittissima riduceva la visibilità a pochi metri.
«Accidenti, ho già rischiato due volte di cadere» si lamentò Gioele, che riusciva a malapena a tenere l’andatura del compagno di fuga.
Lucio cercò di individuare la presenza di inseguitori alle spalle. Non percepì nessuno. «Ok, adesso possiamo anche rallentare un po’ il passo. La pioggia nasconderà le nostre tracce e anche il rumore che facciamo mentre camminiamo. Tu fai attenzione a non spezzare rami o a perdere qualcosa che hai nelle tasche, e parliamo a voce bassa» si raccomandò.
All’interno del negozio abbandonato, Leone si era ripreso e stava riorganizzando le idee. Per fortuna il setto nasale pareva ancora integro, anche se pulsava di dolore. Gli occhiali da vista non avevano subito danni. Si era tolto il giaccone, nonostante il freddo umido che ghermiva l’edificio: un fuoco carico di collera sembrava bruciargli in tutto il corpo. Non poteva tollerare di essersi fatto fregare da un branco di imbecilli che giocavano con delle pistole finte. L’avrebbe fatta pagare cara a ognuno di loro e i loro cadaveri non sarebbero mai stati ritrovati. Anche Marco e Franco sembravano aver accusato il colpo: sebbene un po’ ammaccati erano in buone condizioni fisiche, tuttavia, la vergogna di essersi fatti sorprendere da dei dilettanti faceva più male delle ferite. Entrambi avevano gli occhi fissi sul lurido pavimento ed evitavano di incrociare lo sguardo con Leone.
Il leader della squadra fissò i compagni, le sue iridi parevano infuocate. «Voi due, andate ad aiutare Roberto a trovare quei due coglioni: non possono essere lontani.»
«Ok» risposero all’unisono i due uomini.
«Vi consiglio di non deludermi» minacciò Leone.
I tirapiedi uscirono sotto lo sguardo schifato di Gianni, ancora impegnato a tenere sotto tiro i due fratelli. Leone tirò fuori dal giaccone un paio di fascette di plastica. Dino si lasciò immobilizzare i polsi senza reagire, al contrario di Giulio che provò a opporsi, nonostante le ferite. Leone gli piazzò un ginocchio sul fianco lesionato, strappandogli uno straziante grido di dolore.
«Vai anche tu a cercare i fuggitivi» ordinò a Gianni.
Subito dopo aprì la lista di contatti sul suo smartphone e fece partire una chiamata utilizzando l’applicazione Zello. «Salvatore, abbiamo un problema. Ci sono due fuggitivi e dobbiamo rintracciarli prima che possano trovare aiuto. L’edificio più vicino è un agriturismo poco fuori dal Paese. È probabile che si stiano dirigendo là. Tu e la tua squadra andate a dare un’occhiata. Se li trovate, dovete fermarli con ogni mezzo.»
«Ricevuto. Ci muoviamo».
La chiamata fu chiusa. A quel punto, Leone si rivolse ai due prigionieri: «Veniamo a noi. Oltre che bugiardi siete anche stupidi… lo sai che se mi girano i coglioni pianto una pallottola in testa a ciascuno di voi e la facciamo finita, vero?».
Sdraiato sul pavimento tra le braccia del fratello, Giulio si sforzò di mostrarsi ancora un duro. «Vaffanculo! Sparami, tanto non me ne frega un cazzo!».
«No, per favore!» piagnucolò Dino.
Leone avanzò verso Giulio. Gli schiacciò sadicamente la gamba ferita e lorda di sangue. Giulio cacciò un altro grido strozzato.
«Ti prego, lascialo stare!» implorò Dino.
L’aguzzino premette ancora per qualche istante sull’arto martoriato e poi si ritrasse. Con un’espressione fintamente schifata strisciò la suola della scarpa sul pavimento per rimuovere il sangue.
Dino lo guardò con gli occhi gonfi di lacrime. «Perché state facendo tutto questo? Noi siamo solo due semplici imprenditori.»
«Imprenditori un corno! Dimmi dove si trovano Bassich e Ferrone!» sbraitò Leone.
«Ti ho già detto che non conosco questo Ferrone e non so dove sia Bassich. È la verità»» mentì ancora Dino.
A quella risposta, Leone gli sferrò un calcio al volto che lo fece accasciare sul fratello.
«Bastardo, la pagherai per questo!» minacciò Giulio con un filo di voce. «Lucio riuscirà a chiamare aiuto.»
Una smorfia strafottente deformò la bocca di Leone, che prese il portafoglio dalla tasca del pantalone e tirò fuori una banconota. Sprezzante, la gettò ai piedi di Giulio. «Venti euro che Lucio e il ragazzo saranno qui entro un quarto d’ora.»
«Stai attento! Rimani concentrato su dove metti i piedi. Se ci facciamo male siamo siamo spacc…»
Lucio non fece in tempo a concludere la frase: Gioele mise un piede su un masso che, sotto il suo peso, scivolò sul terreno fangoso facendogli perdere l’equilibrio.
Il sonoro schiocco di un osso spezzato fu coperto dall’acuto grido del ragazzo. Lucio gli si avvicinò e gli mise immediatamente una mano sulla bocca per farlo smettere di gridare. «Non urlare o ci sentiranno!» lo ammonì.
Gioele mugugnò nel palmo della mano, sforzandosi di resistere al dolore lancinante. Lucio esaminò le condizioni fisiche del ragazzo e ciò che vide non gli piacque per nulla: una protuberanza innaturale nella parte alta della coscia gli fece comprendere che Gioele si era procurato una terribile frattura del femore della gamba sinistra.
«Lo so che ti fa molto male, ma devi smetterla di urlare. Ti tolgo la mano dalla bocca, ok?»
Il ragazzo annuì. La mano di Lucio scivolò dalla bocca, molto lentamente. Il giovane riuscì a sopportare il dolore in silenzio.
«Bravissimo, tuo padre sarà orgoglioso di te» cercò di rincuorarlo Lucio, ripensando per un attimo ai suoi amici. «Ci dobbiamo rimettere in marcia verso l’agriturismo.»
Stava per aiutare Gioele a sollevarsi da terra, quando i suoi occhi percepirono qualcosa che lo fecero trasalire: le sagome di due uomini in mezzo agli alberi. Erano di sicuro i malviventi che gli avevano sparato contro. Le urla di Gioele dovevano averli attirati nella direzione giusta: ormai si trovavano a non più di duecento metri e tra poco sarebbero piombati su di loro. Si portò un dito al naso, mimando il gesto di fare silenzio.
«Stanno arrivando» avvisò, a bassa voce.
Il terrore si materializzò negli occhi del giovane.
Un nuovo atroce dilemma si presentò nella mente di Lucio: procedere insieme a Gioele rischiando di essere catturati tutti e due, oppure provare a nascondere il ragazzo e continuare da solo?
Scelta 1: procede con Gioele ferito.
Scelta 2: Nasconde Gioele e procede da solo.