Descrizione
Struggente, questa nuova raccolta poetica di Maria Luisa Mazzarini. Piena di fiori, di luce, di acque limpide… eppure questa viola di febbraio, muta sotto la neve, che dorme – forse sogna – sembra perduta alla vita. I suoi petali non sopravvivono al gelo della neve, silenziosa metafora, ma anche preludio a una vita scalpitante come una coppia di cavalli bianchi.
È un mistero quel suo morire e rinascere, nell’attesa di un amore che (forse?) è solo illusione.
Sotto la neve si conserva il Sogno, “già illusione di quasi Primavera”. Ed è giusto sognare. “Sognare l’impossibile, perché accada”.
Abitare un sogno vuol dire trovare l’Amore – che potrebbe anche deludere – e trovare la Poesia, che invece non delude mai, che fa coesistere spirito e materia, luce e ombra, parola e silenzio.
E poi arrivano il risveglio della primavera piena, le notti lussureggianti della prima estate, le rose sontuose, l’ebbrezza della Parola poetica e della vita, così bella, così breve, così labile.
Ed è subito ieri.
Sì, ci sono anche le spine accanto a un “sogno splendido chiamato amore”, ricco come grano maturo e opulento come il profumo di una rosa, che è la sua stessa essenza, come la Poesia è essenza della vita.
Restano i ricordi, belli e fragili come soffioni, pronti a disgregarsi al semplice tocco di una mano.
Così è la vita, tra il “prima” dell’attesa e il “dopo” di un amore vissuto.
Dura quanto le lucciole, che già spegne la prima pioggia.
Rimane, su tutto, la Poesia, “nascosta nella terra, anche d’inverno madre di germogli”. Promessa di rinascita, seme di eternità.
Ma cos’è l’eternità?
L’eternità potrebbe essere benissimo
solamente un fiume,
essere un cavallo dimenticato
e il tubare di una colomba smarrita.[1]
Oppure, potrebbe essere soltanto un piccolo fiore, una viola di febbraio.
Piera Rossotti Pogliano
[1] Rafael Alberti, Ballata di ciò che disse il vento.
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