Villa Rosa e il rapimento Rudolf Formis

4,99

Formato: Epub, Kindle

Autore: Vincenzo Cundari

Note sull’autore

COD: ISBN: 978-88-5539-393-5 Categoria: Tag:

Descrizione

Questo romanzo rievoca un fatto storico reale: nel gennaio 1935 il maggiore Alfred Naujocks, un agente delle SS senza scrupoli, riceve dai suoi superiori l’ordine di catturare l’ingegnere Rudolf Formis, attivista dell’organizzazione sovversiva Fronte Nero. Annette Novák, una giovane ebrea di fede antinazista, venuta a conoscenza di alcuni particolari della missione, cerca, con le sue sole forze, di mettere i bastoni fra le ruote al maggiore. Annette riuscirà nel suo intento? Potrà contare su un inaspettato aiuto, che il destino sembra averle inviato in soccorso? La vicenda prende le mosse in una lussuosa casa di tolleranza nella campagna romana, Villa Rosa, in realtà una delle centrali da cui l’OVRA, la tentacolare polizia segreta fascista, conduce la sua attività di spionaggio. Ed è qui che, anche per opera dell’ambiguo dottor Ugo, un alto papavero dell’OVRA, si decideranno le sorti della vicenda, spericolata e avventurosa fino in fondo.

INCIPIT

Berlino, lunedì 14 gennaio 1935.

Erano le otto del mattino. Il tenue chiarore del cielo, verso levante, annunciava l’inizio di un’altra breve e gelida giornata dell’inverno nordico.

Incurante delle quattro dita di neve cadute sull’asfalto durante la notte, un’Opel di colore verde scuro imboccò a velocità sostenuta la Prinz Albrecht Straße   ̶   una delle principali arterie nel centro della città. Comodamente allungato sul sedile posteriore, il maggiore SS Alfred Naujocks buttò lo sguardo assonnato a sinistra. Vide venirgli incontro, nella penombra di un ampio parco imbiancato, la facciata del Volksgerichtshof, il tribunale del popolo, da qualche tempo luogo in cui i solerti giudici del Führer fabbricavano sbrigative sentenze di morte per reati politici. Appena dopo sulla destra, al numero civico 8, occhieggiò compiaciuto l’androne del comando della Gestapo, spalancato sul marciapiede come una bocca famelica pronta a ingurgitare nelle sue segrete gli oppositori del Reich.

L’Opel non aveva finito la sfilata davanti a quelle che erano le centrali del terrore nazista raggruppate nel cuore di Berlino. Tirò dritto per circa mezzo chilometro, sino in fondo alla Prinz Albrecht Straße. Sulla destra, troneggiava il Prinz Albrecht Hotel, lussuosa residenza adibita a quartier generale del comandante in capo delle SS, l’onnipotente Heinrich Himmler. Con una rapida manovra, l’automobile curvò ad angolo retto intorno all’hotel. Zigzagò, slittando sull’asfalto viscido, rischiando di finire di traverso in mezzo alla strada. Si riprese dalla sbandata e si immise sulla WilhelmStraße. Ancora qualche centinaio di metri e poi accostò al marciapiede, andando a fermarsi al numero 103, di fronte al Prinz Albrecht Palais   ̶   un antico edificio in stile rococò  ̶  divenuto anch’esso un feudo nazista, sede del servizio di informazioni delle SS, il temuto SD.

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