Descrizione
Il silenzio di una strada deserta ha i suoi vantaggi: permette di ascoltare il cinguettio degli uccelli, di seguire i propri pensieri, di respirare il cielo e il profumo dell’aria. Il silenzio accoglie la gioia, l’inquietudine, la speranza e la tristezza, accompagna il ritmo delle stagioni e la contemplazione della bellezza.
Le stagioni sono la grande metafora della vita. La silloge si apre con l’autunno, stagione di commiato, velata di malinconia, ma rischiarata dalla bellezza di aurore dorate, di rose tardive, rasserenata dal canto di cinciallegre, passeri, usignoli, che rendono meno drammatico il distacco a cui siamo impreparati, così come il fringuello e il cardellino, con qualche raro, ma prezioso raggio di sole, sembrano alleggerire quel cielo invernale, così grigio, che spinge a guardare dentro noi stessi.
In qualche modo, a qualsiasi età, anche con l’argento tra i capelli, la primavera ritorna a ricordare le promesse della vita, quando esplodono i fiori: il mandorlo, le primule, l’ibisco, e poi i papaveri d’estate, nel caldo colmo di cicalecci. E ogni fiore è un ricordo, una malinconia, una sensazione che si fa presente, quasi in un proustiano tempo ritrovato.
Percorrere la vita significa avere un passato alle spalle, una memoria che ci abita, ma non impedisce di godere della meraviglia che ci circonda: rivolgiamo gli occhi al piccolo germoglio che spunta dalla terra, poi lo sguardo si alza verso il cielo, verso la luna, una stella cadente, si respira il profumo salato del maestrale.
Sull’altalena, il cielo si avvicina e si allontana.
Chissà domani?
Intanto, l’esile filo d’erba cerca il sole.
Piera Rossotti Pogliano
Strade deserte
Vantaggio del silenzio
i cinguettii
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