Una vita parallela

14,56

Formato: Libro cartaceo

Autore: Lodovico Marchisio

Note sull’autore

 

COD: ISBN 978-88-5539-042-2 Categoria: Tag:

Descrizione

Una vita parallela, pubblicato per la prima volta nel 1991 e ora ampiamente riveduto e aggiornato, è il racconto di un curioso viaggio a ritroso nel tempo, costruito sul doppio binario di aneddoti comici o tragicomici, capaci di strappare una risata, che vedono l’autore come protagonista e narratore, alternati a riflessioni profonde sulla vita e su ideali che vanno dalla salvaguardia della natura e degli animali, all’aiuto a persone in difficoltà, a considerazioni sulla complessità dei rapporti umani.

Attraverso un linguaggio semplice e colloquiale, l’autore entra in sintonia con il lettore, lasciandosi giudicare senza voler apparire diverso o migliore, ma offrendogli al tempo stesso una chiave per riflettere sul significato profondo dell’esistenza umana.

INCIPIT

CAPITOLO I

ATTORE ALLO SBARAGLIO

Sono un bancario in pensione e partecipo a diverse attività del circolo pensionati; per la mia predisposizione a recitare mi è stato chiesto più volte di fare l’attore per film amatoriali che vengono poi presentati nelle apposite sedi.

Durante le riprese dei film nei quali vengo coinvolto, il regista lascia andare molto a braccio e non prepara un copione. In uno dei tanti film nei quali ho lavorato, dovevo interpretare un prete domenicano indignato, perché davanti a me imprigionata c’era una sacerdotessa Maya con un simbolo sacrilego che volevo mi fosse consegnato perché potessi inviarlo alla Santa Inquisizione. Mi è scappata la lingua e al finto governatore ho detto: “Liberate subito la sacerdotessa maiala e consegnatemi il simbolo erotico” (ovviamente dovevo dire eretico). Nemmeno se mi fossi preparato la frase mi sarebbe venuta così spontanea! La verità è che mi sono distratto e chissà cosa pensavo mentre recitavo. La conclusione è che la finta sacerdotessa ha cominciato a ridere come una matta, si è fatta la pipì addosso e ha avuto le convulsioni nello scompisciarsi generale. Per un attimo ci siamo persino preoccupati perché non riusciva più a respirare dal ridere. Poi su ogni frase che recitavo (anche giusta) scoppiava in una sonora risata e il regista arrabbiato mi diceva: “Con te è impossibile fare un film serio!!!”

A questa scena è seguita quella della barca (un cargo a remi che aveva una vera falla dalla quale imbarcava acqua). C’era il mare molto mosso. Io dovevo stare calmo in barca e tenere il breviario in mano. Intanto prima di partire avevo nascosto un salvagente per vincere la paura e quando poi l’imbarcazione si è messa di traverso e un’onda ci ha fatto traballare, mi son messo ad urlare alzandomi in piedi: “Affondiamo, aiuto”. Due bagnini si son gettati in mare rovinando tutta la scena al regista furibondo. Ci siamo rimessi in barca a pochi passi dalla riva, ma lui non poteva più lavorare indisturbato perché la spiaggia si era riempita di curiosi e quando ha ripreso il nostro sbarco, subito, disturbato dalla folla che si era creata dietro a lui, non ha notato che riprendeva anche il salvagente che avevo nascosto nella barca. Se n’è accorto rivedendo la scena in albergo e voleva farmi fuori. Gli ho detto di noleggiare nuovamente la barca e il regista in tutta risposta: “Testa di rapa, ma lo sai quanto mi costa rifare tutta la scena, oltre il vostro soggiorno! Il circolo mi fa fuori, la paghi tu e poi domani vanno via tutti” (era l’ultimo giorno delle riprese). Mi son solo difeso dicendogli con un fil di voce: “Però se non avesse imbarcato acqua, mi sarei spaventato un po’ di meno e non avrei preso il salvagente di nascosto”. Mi ha mandato a quel paese in modo educato (si fa per dire)…