Descrizione
Finzione e realtà si intrecciano in fotogrammi della vita ordinaria di una famiglia residente nella Roma degli anni Quaranta. Impossibile discernere dove cominci la prima e finisca la seconda.
Righe e quadretti si intravedono sullo sfondo dei fogli che corredano le storie, come una filigrana in attesa del controllo in controluce a garanzia della sua autenticità. Sono spazi riempiti meticolosamente dalla grafia piccola e ordinata di una generazione abituata all’obbedienza e all’autodisciplina. Da quelle pagine ispiratrici prendono forma piccoli quadri che sono metafore di tante vite, e in cui la cronaca si piega al comando dell’affabulatore. Essi escono dalle cornici prendendosi per mano a generare un racconto dai risvolti sorprendenti.
Prefazione
A fine maggio del 2014 sono venuto in possesso delle settantaquattro agende che costituivano i diari compilati da mio padre a partire dal 1940.
Il testo, redatto in una grafia ordinata, priva di correzioni, e a volte così minuta da dover adoperare una lente d’ingrandimento, contiene una gran mole di dati interessanti. Non solo accurati resoconti bellici, ma anche eventi politici, economici, internazionali, sportivi e dello spettacolo, senza contare le preziose informazioni sulle condizioni di vita e gli espedienti di quegli anni di guerra. Emerge il ritratto di una famiglia che come molte altre non era né fascista né partigiana, abituata a un sistema corrotto e clientelare, ben decisa a combattere per la propria sopravvivenza.
Ogni capitolo è seguito dal quadretto, ovvero dalla pagina di diario, che ha fornito lo spunto per quella microstoria.
Il racconto ucronico Le biciclette di Hitler, coevo alle vicende raccontate, è infine proposto in appendice come complemento.
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