Descrizione
Elena e Luca sono una coppia unita e innamorata, capace di vivere la sessualità in modo emozionante e coinvolgente, dove il cuckoldismo di lui si armonizza perfettamente con l’esibizionismo di lei. La loro sincerità, il loro disinteresse, la loro gioia di vivere procurano alla coppia molti cari amici. Tra questi, Sergio, che ha perso una donna a lui molto cara, sembra ritrovare la sua amata attraverso Elena, mentre l’anziano e potente Jonathan rivive grazie a lei alcuni momenti esaltanti della sua giovinezza. Tanti altri personaggi vengono in contatto con la giovane coppia, e tutti sono colpiti dalla loro bellezza esteriore e, soprattutto, interiore e dalla loro generosità. Soltanto il padre di Luca faticherà ad accettare le scelte del figlio, per molto tempo. Forse, per troppo tempo.
INCIPIT
Torino, 2018
Era giunta mezzanotte e la luce nello studio era ancora accesa.
Il vecchio signore non riusciva a staccarsi da quelle pagine colme di inchiostro, di parole e di sentimento. Semplici fogli di carta, posti con cura maniacale uno sopra all’altro. Ma erano molto di più che fogli di carta, racchiuso lì dentro c’era quello che aveva modificato il corso della sua vita.
Un altro plico, posto lì accanto, conteneva il testo che aveva già consegnato all’editore, la prima parte della sua confessione. Era stata la sua penitenza per non aver capito, per non aver voluto capire. Aveva deciso di firmarlo col suo vero nome, Marco Vignolo.
I figli non ci appartengono, dobbiamo soltanto amarli per quello che sono, non pretendere di foggiarli come vogliamo noi. E devono scegliersi la loro vita, anche se un genitore ha il dovere di aiutarli, per quello che può.
Lui aveva sbagliato tutto: non aveva accettato che Luca si fosse innamorato di Elena, quella piccola meridionale senza arte né parte. I «meridionali» a lui non piacevano, erano venuti nella grande città del Nord a lavorare nella fabbrica di automobili, portandosi dietro stuoli di parenti, e poi l’avevano praticamente colonizzata, con quei loro accenti strani e musicali, la loro abitudine di parlare ad alta voce… La ragazza di Luca aveva la colpa di essere nata al Sud, e lui non aveva nemmeno voluto conoscerla, naturalmente non era andato al matrimonio. E si era anche disinteressato di loro quando entrambi avevano perso il lavoro. Quando poi aveva capito che cosa si erano messi a fare per sbarcare il lunario… Performer in una chat erotica. Prima di allora, lui non sapeva nemmeno che cosa volesse dire e, quando aveva compreso di cosa si trattasse, si era vergognato.
Ora si vergognava ancora di più di essere stato così ottusamente rigido.
Un giorno, dopo che era successa la disgrazia che aveva cambiato la sua vita, preceduto da una telefonata, aveva suonato alla sua porta un distinto signore, poteva avere una cinquantina d’anni, dall’aspetto elegante e raffinato, accompagnato da due gorilla che però erano rimasti accanto al grosso SUV nero con il quale erano arrivati.
«Sono Sergio, un amico di Luca e di Elena» si era presentato con semplicità. Da lui aveva saputo. E, man mano che ascoltava il racconto di Sergio, aveva cominciato a capire quanto avesse sbagliato. Aveva tagliato completamente i ponti con Luca, non lo aveva nemmeno avvertito quando sua moglie – la madre di Luca – era mancata dopo una breve, dolorosa malattia. Al funerale, aveva evitato di guardarlo, di parlargli, aveva ignorato completamente la bella giovane donna che lo accompagnava. E ora questo Sergio gli stava parlando di Luca e di Elena come di due persone belle, solari, generose e disinteressate; gli raccontava di come, lavorando per la chat erotica, avessero scoperto le loro reali tendenze sessuali, esibizionista lei e cuckold lui – aveva dovuto farsi spiegare il significato – e aveva raccontato di Aisha, la donna che aveva tanto amato e che Elena gli ricordava in modo straordinario. Non era tanto la somiglianza fisica, ma piuttosto erano gesti improvvisi, preferenze, capacità di intuire i suoi pensieri.
Avevano parlato a lungo, era facile parlare con Sergio. Meno facile accettare di capire le tendenze sessuali di suo figlio e della sua compagna. Aveva sempre pensato che certi comportamenti fossero da pervertiti, da persone moralmente sporche. Ora, col senno di poi, capiva che le persone moralmente belle non sono quelle che vanno in chiesa a pregare tutte le domeniche ostentando devozione e poi, nella vita quotidiana, mentono, rubano, trattano il prossimo con disprezzo, sfruttano i loro amici o i loro dipendenti, ma sono quelle che vivono la loro vita volendosi bene, coltivando amicizie disinteressate, cercando di non fare del male agli altri, dando gioia a chi li circonda. Anche col sesso, certo, perché è una parte importante della natura umana. Era questo il ritratto di Luca e di Elena che aveva tratteggiato Sergio, e lui ci aveva messo un po’ a capire e, soprattutto, ad accettare.
Poi, un giorno, era arrivato anche un vecchio signore. Elegante, si appoggiava a un bastone da passeggio. Anche lui arrivato su una berlina lussuosa, anche lui coi guardaspalle.
«Sono Jonathan, forse Luca le ha parlato di me…» E anche lui aveva raccontato la sua storia, ma soprattutto aveva detto il suo affetto per Luca e per Elena, e Marco si era vergognato ancora di più: Jonathan, per i due ragazzi, si era dimostrato un padre, come lui non aveva saputo essere.
Adesso aveva scritto un altro pezzo della vita di suo figlio e di sua nuora. Glielo doveva. Forse, sarebbe servito a far capire a qualcuno quello che lui non aveva capito subito, ossia per prima cosa che i figli vanno amati perché sono figli e basta, senza giudicarli. E poi per dire a tutti che vivere a fondo le emozioni per un essere umano significa realizzare appieno la propria umanità.
Il dolore di aver capito troppo tardi continuava a mordergli dentro. Ma sarebbe stato peggio non aver capito mai.
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