Descrizione
Dopo decenni di osservazione, Dio traccia un bilancio del progresso compiuto dalla sua creatura più impegnativa e promettente: l’Uomo. Il risultato che ne deriva, però, è tutt’altro che lusinghiero, imponendo al Creatore un’amara e al contempo ironica (per il lettore) ulteriore riflessione sulle principali falle e sui provvedimenti più opportuni da prendere. Accompagnato da san Pietro e da Albert Einstein, Dio scende a Roma per osservare più da vicino la situazione e, di fronte a comportamenti di sistematico tradimento delle virtù che dovrebbero costituire un baluardo per la civiltà, Dio decide di intervenire in modo da svelare il vero Io di ciascun individuo.
L’intervento ha esiti tragicomici in un ribaltamento surreale della realtà.
Ancora una volta, però, Dio mostra tutto l’Amore per la Sua creatura non sottraendo all’Uomo quel “libero arbitrio” che ne ha da sempre disegnato il Destino.
INCIPIT
I – AMEN
Per la prima volta da quando esisteva, ossia da sempre, Dio provò un senso di resipiscenza verso la Sua Creatura: l’Uomo, il Suo manufatto migliore. La ridiscesa sulla Terra, in incognito stavolta, l’aveva gettato nello sconforto. Ormai il sedicente Sapiens Sapiens sarebbe dovuto assurgere a traguardi ben più nobili. Invece, nonostante l’avanzare di civiltà e tecnologia, non s’era verificato alcun vero progresso sociale e gran parte dell’umanità soffriva nei più variegati inferni.
Sdraiato su un lettino al limitare del bagnasciuga della Perla dell’Adriatico, uno dei borghi più belli d’Italia, Dio rimuginava pensieri divini.
“Che peccato!” pensò amareggiato. “Eppure ormai dovrebbe essere maturo. Ne è passato di tempo da Caino e Abele. A quanto pare invece gli umani ancora non hanno capito nulla”.
Dopodiché Dio iniziò a crogiolarsi al sole di giugno, godendo dei primi timidi raggi dell’astro nascente. L’alba, il momento migliore della giornata: visibile metafora dell’epifania e della catarsi di ogni inizio.
“Potrei intervenire, ma… voglio intervenire?” si chiese.
Da quasi quattro lustri risiedeva sulla Terra e aveva notato ben pochi miglioramenti rispetto al buio Medioevo. Metà del globo, quella più opulenta, non era riuscita a instaurare un nuovo paradigma di equità sociale, procurando danni irreversibili a Gaia.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo del bagnino, che riconoscendolo come ospite dell’albergo convenzionato – un alto palazzo in cortina color ocra che si affacciava sul lungomare impreziosito da una schiera di villette stile liberty – si concentrò sulla semina di sdraio e ombrelloni. Pur essendo inizio stagione, il ragazzo mostrava un’abbronzatura perfetta sotto la quale guizzavano muscoli ben disegnati dalla genetica. Ne ricordò il nome: Andrea. Onomastico: 30 novembre. Sarebbe vissuto oltre 100 anni.
Ogni tanto Dio si divertiva a osservare il futuro, ma cercava di evitare tali incursioni. Sapeva di poter conoscere la fine, farlo però avrebbe tolto la suspense. Possedeva il libro dell’eternità, ma che gusto ci sarebbe stato nel leggere le ultime pagine? Per rendere la storia più interessante, il libro doveva scriversi da solo. Poiché ne conosceva l’inizio (Lui Stesso), e andava rispettato il principio di Causa-Effetto (essendone la Causa Prima), per uscire dall’aporia e godersi il Creato con curiosità aveva trovato la soluzione in un abile compromesso fra determinismo e indeterminismo. Così aveva inventato la Teoria del Caos, per la quale un’infinitesima variazione delle condizioni iniziali poteva condurre a scenari opposti. L’effetto, scoperto dall’umano Edward Lorenz, fu divulgato con la famosa metafora del battito d’ali di una farfalla in Brasile che può causare un tornado in Texas.
La parte umana della sua mente protestò: era lì per rilassarsi!
Il Creatore guardò la pacatezza di un Adriatico calmo, tranquillo, appena increspato da basse onde sinusoidali, qua e là chiazzato di un verde più cupo, segno della presenza di alghe microscopiche proliferate grazie all’inquinamento. Era quella la principale piaga. L’Uomo si stava comportando come la rana immersa nell’acqua di una pentola sul fuoco, che non si accorge che la temperatura pian piano si alza, e muore lessata. Gaia sarebbe sopravvissuta all’Uomo, non viceversa. Verosimilmente, quello era il problema più urgente.
Dal 1945, oltre 2.000 test atomici avevano aumentato la radioattività sulla crosta del pianeta. A dispetto dei trattati di non proliferazione nucleare, in nove diverse nazioni 20.000 missili giacevano in letargica minaccia. Infine, le guerre: ogni anno almeno quaranta conflitti falcidiavano in media 200.000 persone.
“La Terza Guerra Mondiale è già iniziata, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli” aveva proclamato nel 2014 Papa Francesco.
Molte storture andavano raddrizzate, molte giustizie rese, molte diseguaglianze appianate.
Già una volta aveva tentato di redarguire l’Uomo mandando le acque a ripulire il Pianeta, ma la lezione non aveva sortito alcun effetto. Ora non voleva adottare provvedimenti così catastrofici, piuttosto immaginava di inviare un messaggio soft.
“Lo scaricabarile si ferma qui” pensò il Supremo.
Forse Harry Truman ignorava che il primo a pronunciare quella sua celebre battuta era stato proprio Dio.
Il sole campeggiava in un cielo limpido che all’orizzonte si fondeva col mare.
Il bagnino, appollaiato sulla sua postazione ben ombreggiata, osservava i primi vacanzieri alloggiare sotto gli ombrelloni.
Dio chiuse gli occhi.
“Devo tornare in Paradiso, come promesso a Pietro. Magari m’ispirerà per dipanare in qualche modo, possibilmente a misura d’uomo, tutti questi problemi.”
Ben sapeva Dio, nella Sua onniscienza, che era Lui l’Unico Risolutore, ma gli piaceva pensare che le amate Creature potessero aiutarlo.
I raggi del Suo sole gli accarezzavano la pelle e lui, cedendo al quieto mormorio delle onde che massaggiavano la battigia, si addormentò.
Quando il Signore dormiva il tempo di fermava, letteralmente. E non poteva essere che così, visto che Lui stesso era il Tutto e quindi anche il Tempo.
Si svegliò di soprassalto.
Il suo subconscio – anche Lui possedeva un subconscio, un Io e un Super-io (entrambi infiniti) – aveva lavorato in logica divina sequenza, trovando una soluzione divertente.
Cosa piaceva di più all’uomo (e anche alla donna)?
L’amore e il sesso!
Dio ancora si inorgogliva della meravigliosa invenzione che permetteva alla Sua Creatura di popolare – con estremo godimento – il creato.
E quali erano le persone che potevano ottenerne di più?
Quelle belle.
Più si era attraenti e più si attraevano gli altri.
E se la bellezza esteriore fosse dipesa da quella interiore?
Insomma se la condizione per essere belli fosse stata quella di essere buoni?
Tutti avrebbero tentato di migliorarsi per ottenere maggior amore e più sesso.
Quindi?
Dio prese la sua decisione: i buoni sarebbero diventati belli e i cattivi brutti.
Una soluzione semplice e indolore che, oltretutto, non avrebbe derogato al principio del libero arbitrio.
Alzò le braccia al cielo, in segno di esultanza.
Poi osservò il bagnino di guardia sull’alto seggiolone. Il suo corpo ben strutturato strideva con il viso insignificante.
Si alzò dal lettino e, saltabeccando sulla sabbia bollente, raggiunse la striscia di bagnasciuga imbibita dalle onde lunghe dell’alta marea.
«Ehi, Andrea, come va?»
«Bene, signore. E lei?»
«Ti posso chiedere una cosa?»
«Spari.»
«Ti piacerebbe essere più bello?»
Il ragazzo rimase per un attimo interdetto dalla strana domanda. Solo un attimo, poi scoppiò in una risata.
Alzò il mento verso un gruppo di ragazze che parlottavano fra loro.
«Vede tutto quel ben di Dio? Vede quella bruna con il costume rosso? Ha degli occhi meravigliosi. Quando è arrivata qui sono rimasto folgorato. Da tre giorni cerco il coraggio di parlarle. Se fossi veramente bello non avrei bisogno di trovare quel coraggio. Capisce cosa intendo dire?»
«Perfettamente.»
Dio si voltò per andarsene. Poi ci ripensò.
«Per uno scherzo del destino, la ragazza si chiama Andrea come te. Scendi dalla postazione e dille semplicemente: “Ciao, Andrea, sono Andrea”. Il resto verrà da solo, ne sono certo.»
Stavolta il ragazzo lo guardò con maggiore attenzione, perplesso.
«Signore, grazie.»
E il Signore sussurrò in modo inudibile: «Amen».
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