Descrizione
“Sentirsi altrove”, secondo Marguerite Yourcenar, è una vitale necessità.
E “l’altrove” di Maria Luisa Mazzarini è il Sogno – vento, danza, profumo di mare – cui fa da scenografia una Venezia multiforme e visionaria.
Una Venezia che è arte, da quella sublime e riconosciuta dei grandi monumenti e dei grandi pittori – quasi non bastano gli occhi per ammirarla! –, a quella cui artigiani raffinati sanno dare vita con la magia dei vetri di Murano o la leggerezza candida e quasi immateriale dei merletti di Burano.
Venezia è atmosfera di decadenza gloriosa, di visioni di ventagli di seta e dame vestite di broccati, di ocra e di rosa degli intonaci un po’ scrostati delle vecchie case, è riflesso di lampioni sulla laguna, dove scivolano gondole nere, ma è anche il rosso improvviso di un geranio, è la prosaica quotidianità dei panni di bucato, stesi a danzare nel vento.
Venezia è un altrove dove un “Cuore di rondine” anela tornare per ritrovarsi, per rigenerarsi. Un altrove che “non è poi così distante”, dove basta allungare una mano per avere l’impressione di accarezzare le stelle.
Siamo in un tempo non-tempo, venato di malinconia.
Accanto alla Poetessa, nella Venezia del Sogno, c’è sempre la presenza di un Amore. C’è l’emozione del primo momento, e c’è anche la “fuga incompiuta”. C’è la corsa a piedi nudi, mano nella mano, tra le calli di Venezia, e ci sono i verbi al passato, tinti di malinconico ricordo: “ci affascinava”, “mi baciavi”…
C’è la donna che da bruco diventa farfalla: c’è la fuga dall’innocenza dell’infanzia al mare “adolescente”, alla pienezza della maturità delle spighe di grano, vita che porta frutto nel fulgore dell’estate.
Ci sono, oltre a Venezia, anche tanti altri “altrove”: la luce abbagliante della Sardegna, il sole e l’ebbrezza della Sicilia, la dolcezza delle colline d’Abruzzo.
Ma Venezia rimane il simbolo, il luogo ideale dove la Rondine desidera tornare.
Come sarà il futuro? “Continua tu”, ci invita la Poetessa, di fronte a una pagina bianca.
E lei?
“Abiterò la luna nel pozzo”, ci dice. Vivrà il Sogno, consapevole che la Bellezza è un dono di cui possiamo gioire, ma che non ci appartiene.
Piera Rossotti Pogliano
INCIPIT
Volteggia un gabbiano
su nel cielo e io lo seguo
in tutto l’arco del suo volo,
nel cuore l’ebbrezza
del viaggio
di creatura dell’aria,
l’emozione di un sogno.
“Sembra essere nell’uomo, come nell’uccello,
un bisogno di migrazione,
una vitale necessità di sentirsi altrove.”
(M. Yourcenar)
SOLI
nel Sogno
di una notte d’amore,
l’urlo del mare
a riportarci indietro
nella memoria.
Nuvole d’aeree gonnelle
abbracciate alle folate
-danzanti
in Teatro su per le scale
della Fenice-
rincorrono
la sinfonia spinta dal vento,
che apre
la mia porta dell’anima
e piega
in giardino il cipresso,
s’insinua
tra i rami ancora frondosi
se pur appassiti
della quercia maestosa,
dove perde la forza
e s’attenua
il rumore in lieve scompiglio
degli aghi leggeri,
di ciò che è rimasto
della mimosa
e sull’erba
ascolto
soltanto un sussurro
di filo in filo,
che s’alza e s’inclina,
e rialza,
sotto mani che accarezzano
il prato,
che da verde
sfuma
in onda turchese,
e mi tuffo e rituffo in concerto
di note
men tristi, serene,
giocose,
e mi sciacquo e risciacquo
nell’acqua salmastra
e giro e rigiro
tra le tue braccia,
guizzo
come pesce che abbocca,
e al tuo bacio
risuscito
nuova creatura di musica.
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