Descrizione
Roma, 20 luglio 1969, domenica – Il commissario Umberto Soccodato, insieme con un miliardo di persone in tutto il mondo, attende che l’Apollo 11 porti gli astronauti americani sulla Luna… ma quando manca davvero poco all’allunaggio, il dovere lo chiama: è stata uccisa Jane Alden, supermodella americana, figlia di Frank Messina, magnate ammanicato con la mafia, e moglie dell’industriale Crescenzo Lodetti, proprietario della Lodetti Tessuti s.r.l.. Il delitto ha una testimone oculare: Maria Rolli che però, picchiata brutalmente dal carnefice, è vittima di un’amnesia che le impedisce di ricordarne il volto.
Mentre i tre astronauti fanno ritorno sulla Terra, la polizia lavora al caso Alden con i pochi indizi disponibili. Soccodato annaspa: così come non riesce a raccogliere prove decisive per incriminare qualcuno, il commissario non trova elementi che possano scagionare altri. Su suggerimento di sua moglie Marietta, ricorre allora allo stratagemma che i poliziotti chiamano in gergo saltafossi: farà credere agli indiziati che Maria Rolli abbia recuperato la memoria e sia pronta a sostenere un confronto. Ma altre sorprese attendono il commissario nei primi afosi giorni di agosto.
INCIPIT
Roma, 6 luglio 1969 – domenica sera
(Ufficio del Dott. Thomas Norton – Addetto Scientifico presso l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America)
Appare da sotto la porta del bagno e avanza sul parquet per una ventina di centimetri prima di bloccarsi, sorpreso dalla luce. Le antenne roteano freneticamente per avvertire odori, suoni, pericoli. Non è prudente avventurarsi dove c’è luce, suggeriscono i sensilli e l’istinto. Ma qualcosa attrae lo scarafaggio, sul pavimento più caldo di quello percorso prima, al buio, dopo aver arrancato sulla fanghiglia viscida lungo un tubo che non finiva più. Passa ripetutamente le antenne tra i palpi per nettarle. La percezione migliora. C’è umidità. Temperatura, odore dell’aria sono tutt’altra cosa qui, rispetto al tubo maledetto. Sembra di stare all’aperto. Però… c’è sempre troppa luce. E non è saggio arrischiarsi dove c’è luce. Tanto più adesso, ché qualcosa di grosso e pesante si muove facendo vibrare l’impiantito. La fame è però più impellente della prudenza. Di appiattirsi, ripassare sotto la porta e tornare nel buio non se ne parla! Resta immobile, mentre le antenne seguitano a scandagliare l’ambiente. Cosa sarà questo richiamo irresistibile?! Per scoprirlo basterebbe avanzare una spanna, ma l’allarme atavico che dalle antenne scuote gli uriti lo congela. L’aria si smuove… Che succede?! Cala l’intensità della luce… Le antenne oscillano disperatamente per decodificare alla svelta i nuovi segnali… Poi un boato, un tonfo secco, il buio e un dolore totale spezzano tutte le sensazioni…
La scarpa si solleva. Sul parquet restano stampati piccoli frammenti coriacei immersi in una poltiglia burrosa biancastra tra cui una delle sei zampine disarticolate ha un ultimo fremito prima di arrestarsi a mezz’aria.
«Damn!» esclama l’uomo. Le scarpe di coppale che indossa con lo smoking hanno colore e riflessi simili al corpo della blatta che ha schiacciata. In America queste bestie sono più grandi e di colore bruno. Qui sono nere e sembrano proprio di coppale. «Che schifo! Domani, quelli delle pulizie toglieranno ’sta robaccia dal pavimento… Adesso… il poligrafo! Chissà se… Bisogna controllare…»
Il pennino mobile dell’apparecchio, che ha due elettrodi collegati alla foglia di una pianta, ha tracciato sul rotolo di carta millimetrata un’impennata di onde seguita da una linea retta continua: la pianta… è svenuta!!
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