Descrizione
Dopo l’età della pietra, del bronzo e del ferro, eccoci in quella della plastica, soggetto di questa originale silloge poetica.
«Me ne dia un etto, tagliata sottile» ironizza l’autore di Litania plastica. Perché di plastica parliamo o sentiamo parlare – e tanto – ogni giorno; parlare di questo polimero meraviglioso e versatile, che si è però rivelato un terribile inquinante, è addirittura qualcosa che va di moda, perché la plastica è ovunque, avvolge i cibi che acquistiamo al supermercato, è entrata nella catena alimentare, i pesci la mangiano e noi mangiamo i pesci (ma non dovrebbe esserci la raccolta differenziata, oppure è una fake news?)… perfino la mela di Eva, al giorno d’oggi, sarebbe incellofanata.
Attraverso i 31 brevi componimenti di questa raccolta, tutta dedicata al materiale che utilizziamo magari per cinque minuti, come la cannuccia in un cocktail, e che impiega poi cinquecento anni per biodegradarsi, si delinea un mondo in cui l’essere umano è al tempo stesso carnefice e vittima, invaso da un nemico subdolo, che sta distruggendo il pianeta, protezione che si tramuta in azione di morte, che ci vede impotenti, quasi rassegnati a un “totalitarismo produttivo” creato da noi e che ora non ci lascia scelta. A opporsi, qualche adolescente idealista, qualche signora radical chic… e, in qualche modo, l’ironia in versi di Fabrizio Buratto.
Plastica
Plastica nel mare plastica
nella catena alimentare
plastica nelle protesi nostre
quotidiane, plastica da rifiuto
primordiale, plastica trasparente
e dura a sparire, plastica nel vivere
e nel morire di questo epitaffio
scritto con penna di plastica.
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