L’ingaggio

18,00

Formato: Libro cartaceo pag. 312

Autore:Mauro Angelo Gallotti

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Note sull’autore

COD: ISBN: 978-88-5539-168-9 Categoria: Tag:

Descrizione

Busto Arsizio, 3 luglio 2019: Luciano Seprio, il “maestro” dell’associazione culturale Tempi Nuovi, viene trovato cadavere, ucciso da tre colpi di pistola al torace. Tre giorni dopo, a Sesto Calende, viene rinvenuto il corpo di una donna di circa sessant’anni, annegata nel Ticino, apparentemente in seguito a una rapina. Laura Levi, la comandante della locale stazione dei carabinieri, è persuasa che tra le due morti ci sia un qualche legame, quando scopre che la donna, Elisa Dapporto, frequentava Tempi Nuovi e conosceva Seprio.

Il mistero si fa ancora più intrigante con la comparsa della bella Asia Perri, anche lei in relazione con l’associazione e con i due defunti e, inspiegabilmente, erede del cospicuo patrimonio della Dapporto. Le indagini sembrano non approdare ad alcuna soluzione sensata, e soltanto l’acume e l’ostinazione di Laura permetteranno di far luce su una storia in cui ogni personaggio, nessuno escluso, ha lati luminosi e angoli bui e dove il cinismo più estremo può mascherare una sincera tenerezza.

I – 3 LUGLIO 2019. BUSTO ARSIZIO. L’ESECUZIONE

Luciano.

L’orologio sul comodino segnava le otto meno venti quando Luciano Seprio aprì gli occhi e individuò l’insetto che con un fastidioso e persistente ronzio l’aveva svegliato. Una piccola vespa sbatteva ostinatamente contro la portafinestra nel tentativo di uscire all’aperto. Zampettava per qualche secondo sulla superficie liscia e trasparente del vetro, poi si allontanava in volo, prendeva la rincorsa descrivendo un cerchio di mezzo metro di diametro e si riaccomodava sempre nello stesso punto. Cieca e tenace. Luciano Seprio si alzò dal letto e spalancò l’anta. La frescura dell’esterno inondò il locale e indicò all’animaletto la strada giusta per involarsi verso le piante del giardino, liberando la camera dalla sua presenza. «Il Maestro» aveva dormito poco, quasi niente, sentiva le gambe pesanti e sapeva per esperienza che la stanchezza l’avrebbe accompagnato per il resto della giornata. Da giovane poteva sopportare senza fatica una notte insonne, ma ora il corpo reagiva più lentamente. Pazienza, ne era valsa la pena, vista la giovane donna ancora addormentata tra le lenzuola. Aveva voglia di una sigaretta e uscì sul terrazzo.

“Un vero fumatore non smette mai di esserlo” pensò mentre accendeva la prima Marlboro della giornata, comodamente seduto su una poltroncina in rattan, godendosi il vento che spazzava le nuvole e rendeva i contorni del mondo circostante nitidi e netti. Era stata una notte fresca dopo il feroce calore del giorno precedente e aveva passato ore molto piacevoli. Di nuovo lo sguardo cadde sulla giovane che dormiva tranquilla nel letto matrimoniale. Luciano tendeva a sopravvalutare le proprie doti, ma una simile conquista risultava poco spiegabile persino alla luce del suo marcato e inguaribile egocentrismo. Come aveva fatto Asia, così bella e giovane, a finire a letto con lui? Certo non era attratta dal suo aspetto fisico, del tutto ordinario. Doveva trattarsi del fascino del ruolo, fasullo e costruito a tavolino, di maestro spirituale e di arti esoteriche. L’oscura attrazione esercitata dal miscuglio post New Age fatto di dialoghi rassicuranti e fumosi concetti evangelizzanti, mai calati nella pratica, centrati sulla consapevolezza e il risveglio spirituale, sulla reincarnazione e altre idee astratte, la canalizzazione di energie universali, l’ipnosi regressiva per ricostruire vite precedenti, l’utilizzo fantasioso e spregiudicato delle teorie astrologiche. Luciano Seprio, opportunista nato e di buona cultura, a impostazione umanistica, era capace di creare e sfruttare collegamenti tra discipline diverse e utilizzarle a suo vantaggio in ottica meramente utilitaristica. In questo modo si era inventato un mestiere, alimentando una reputazione fondata su teorie non dimostrate, prive di concretezza e di senso di realtà, in merito alle quali era il primo a nutrire invincibili perplessità. Non era diventato ricco e neppure famoso, ma ci aveva campato benino, ogni tanto divertendosi e talvolta ritagliandosi avventure con le discepole più ingenue e disponibili. Era stato così anche stavolta. Alle 22 della sera precedente, quando era sceso dall’appartamento al primo piano per chiudere i locali dell’associazione, aveva trovato Asia, attardatasi nello spogliatoio dopo la lezione di yoga. Era sembrata sorpresa nel vederlo, si era scusata per il ritardo e mentre sistemava scarpe, asciugamani e vestiti nel borsone, avevano iniziato a chiacchierare. La ragazza era interessata alle attività dell’associazione e mostrava una sorprendente attenzione per le capacità e le conoscenze di Luciano, che non aveva perso tempo nel valutare le possibilità di portarsela a letto. Tanto valeva provarci. E c’era riuscito. Inutile farsi troppe domande e perdersi nelle dietrologie del perché e del percome. Era successo e andava bene così. Qualunque fosse la ragione, intanto se l’era goduta alla grande, e chissà quando gli sarebbe ricapitata un’occasione simile. Smaltita la parte più piacevole, adesso rimaneva il problema di liberarsene con tatto, senza diventare offensivo. Appena la donna si svegliava doveva accompagnarla gentilmente alla porta. Alle dieci iniziavano i corsi e sarebbe arrivata Alessandra Casolo, la segretaria. Per quel momento doveva sparire ogni traccia di Asia e del suo passaggio dall’appartamento. Non era auspicabile per la credibilità di un leader con la dichiarata pretesa di diventare carismatico andare a letto con le allieve, suscitare pettegolezzi e alimentare sospetti sull’integrità etica e morale; inoltre, per puro opportunismo, Luciano non voleva impedimenti proprio adesso che aveva conosciuto Elisa che, se adeguatamente manipolata, gli avrebbe risolto ogni problema economico per il resto della vita. Per evitare l’imbarazzo delle spiegazioni, sperava che Asia non avesse nessuna intenzione di rimanere e che, appena sveglia, si sarebbe allontanata di sua iniziativa. Gli avrebbe risparmiato un compito ingrato e fastidioso. A metà sigaretta, una leggera corrente di vento mosse la tenda della camera da letto, facendola scivolare e imprigionare tra i battenti del serramento e Luciano, con la coda dell’occhio, vide un’ombra muoversi nel locale. Asia si era alzata? Buttò il mozzicone dal balcone e lo guardò atterrare, ancora incandescente, sull’acciottolato. In lontananza il campanile aveva appena battuto le otto quando notò tre auto arrivare a pochi minuti di distanza l’una dall’altra, accostare e fermarsi vicino al marciapiede davanti al cancello. Nessuno dei guidatori scese dalle rispettive vetture. Aspettavano qualcosa, o qualcuno. Strano. La casa, una villa stile liberty malconcia ma imponente, era isolata e nessuno parcheggiava mai lì davanti, a parte gli allievi dei corsi, e qualche coppia di amanti che lasciava l’auto per recarsi nei motel della zona. Mentalmente Luciano calcolò quanto tempo gli rimaneva prima di dover chiedere ad Asia di tornare a casa. Forse ci stava ancora una sveltina e poi doveva essere così gentile e convincente da indurla ad andarsene senza urtarne la sensibilità. In fin dei conti mostrarsi persuasivo e non prepotente conveniva anche a lui, visto che non voleva precludersi del tutto la possibilità di futuri incontri. Pensava a queste cose Luciano mentre, dispiaciuto di lasciare la frescura del terrazzino, spinse verso l’interno, a mano aperta, la portafinestra per rientrare. Asia, con addosso soltanto una maglietta e nuda dall’ombelico in giù, si era portata davanti a lui, con una pistola spianata nella mano destra. La scena era talmente surreale che Luciano pensò solo, con un impeto di desiderio, ai peli pubici scoperti della ragazza. Si stupì per l’arma puntata contro, ma non aveva paura. Tutto poteva immaginare tranne che i colpi in canna fossero destinati proprio a lui. Con tono distaccato e tranquillo, Asia gli chiese di entrare nella doccia. Evidentemente lo voleva bello pulito per farselo un’altra volta. Ma perché la pistola? Doveva essere una specie di gioco erotico e, a dire la verità, quella piccola perversione gli dava un senso di eccitazione. Provò ad accarezzarla, ma lei fece un passo indietro e si limitò ad alzare e irrigidire il braccio e a puntargli l’arma dritta in faccia, a dieci centimetri dal naso.

«Ti ho detto di farti una doccia» ribadì con voce monocolore e senza lasciare che dallo sguardo trapelasse una qualsiasi emozione. Luciano dubitò per un attimo. E se non si fosse trattato di un gioco? Ma non aveva senso. Si sentiva incuriosito e vagamente disorientato, ma continuava a non avere paura, anche se il teatrino cominciava a durare un po’ troppo. Si diresse verso il bagno ed entrò in doccia.

«Vieni anche tu?» le chiese.

I tratti immobili del viso di Asia si distorsero per un secondo in un sorriso enigmatico.

«Certo, rispose, adesso arrivo anch’io.»

“Allora è proprio un gioco” pensò Luciano, senza che neppure un’ombra d’inquietudine facesse capolino nel cervello già preda dell’eccitazione. Asia non si allontanò e seguì attentamente tutte le operazioni.

“Questa è proprio perversa” pensò Luciano che si fregò accuratamente il corpo e la testa con il sapone, per poi esporsi al getto pungente dell’acqua, godendo al pensiero di quello che sarebbe successo dopo. Asia aveva abbassato la pistola, ma rimaneva in una postura di massima allerta e non gli toglieva gli occhi di dosso, creandogli anche imbarazzo. Luciano Seprio si rammaricò di non essere più robusto e muscoloso. Avrebbe dovuto curare maggiormente l’aspetto fisico. Nudo non rappresentava un grande spettacolo, le braccia scheletriche e il torace magro e spigoloso, con tutto il grasso concentrato sulla pancetta prominente a peggiorare drasticamente il quadro estetico complessivo. Vestito, con la tunica bianca da maestro spirituale faceva una certa figura, grazie soprattutto ai capelli lunghi che spiovevano sulle spalle, modello Gesù tra gli apostoli, ma quando si spogliava perdeva fascino e carisma, col torace stretto e i bicipiti flaccidi. Si chiese se vedendolo nudo alla luce del sole, Asia avrebbe cambiato idea e si sarebbe pentita della decisione presa di fare l’amore con lui. Nascondendosi il più possibile allo sguardo della donna scese dal piatto doccia in marmo resina e allungò la mano verso l’accappatoio. Alzò lo sguardo e incrociò quello di Asia che, priva in apparenza di ogni emozione, sembrava non vederlo neppure. Ancora una volta non riuscì a trattenersi dall’adocchiare il pube della giovane, pregustando il piacere che lo aspettava nella mezz’ora successiva. In quel preciso momento lo raggiunsero tre colpi al torace in rapida sequenza. Luciano li sentì partire distintamente tutti e tre, ravvicinati e attutiti dal silenziatore. Non produssero il minimo disagio acustico. Cadde all’indietro senza un lamento, disteso sul pavimento con le braccia aperte come Cristo in croce. Morì quasi immediatamente, senza il tempo necessario per intuire la fine o avvertire dolore. Il sangue che sgorgava dai tre buchi rapidamente raggiunse il pavimento, raggruppandosi e spandendosi in un’unica macchia scura, come fiumi che giungono al mare.

 

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