Le barche di carta

4,99

Formato: Epub, Kindle

Autore: Angelica Intersimone

Note sull’autore

COD: ISBN 978-88-6690-054-2 Categoria: Tag:

Descrizione

Il primo romanzo di Angelica Intersimone è un paranormal romance svolto in chiave poetica. La protagonista, Azalee, è una ragazza apparentemente normale… non fosse per quel profumo intenso di gelsomino selvatico che emana naturalmente dal suo corpo. Come tutte le giovani donne, Azalee desidera l’amore, ma c’è un segreto, dentro di lei, talmente profondo che neppure la diretta interessata ne è del tutto consapevole, e dovrà scoprire di che si tratta, non senza difficoltà.

Le barche di carta coinvolge il lettore in una storia dai toni surreali, con forti pennellate di erotismo, colpi di scena, delitti e avventure, trascinandolo in una crociera di sette giorni, da Barcellona a Malta, passando per Palma di Maiorca, Minorca, Mahòn e Tunisi. Attraverso le avventure, e le disavventure, di queste sette, frenetiche giornate, Azalee imparerà a conoscere meglio gli altri ma, soprattutto, se stessa, e comincerà a trovare delle risposte che sconvolgeranno la sua vita, ma le faranno anche capire chi sia veramente.

INCIPIT

Azalee si alzò dal letto in una giornata di marzo e pensò alle sue cicatrici profonde, perfette, che al primo impatto nessuno scorgeva perché abitavano nel profondo del suo cuore. Agamennone e Miù scesero dal letto e la seguirono in cucina, si posizionarono davanti alle due ciotole come statue di ceramica aumentando di tono le fusa, aspettando la loro prima pappa del giorno. Lei prese una scatoletta dalla dispensa stropicciandosi gli occhi e sbadigliando, la aprì, la divise a metà e la mise nelle ciotole; i due gatti, in un batter d’occhio, spazzolarono la loro pappa e poi cercarono le coccole da Azalee.

Questo era un rito che si ripeteva da dodici anni; Azalee non concepiva la sua vita senza gatti, la aiutavano ad addormentarsi accoccolati accanto a lei con le loro fusa, l’aiutavano a tirarsi giù dal letto con i loro miagolii di protesta, in quelle giornate che per lei non avevano senso di essere vissute.

La ragazza con una mano armeggiò per aprire la finestra e finalmente ci riuscì, la salsedine aveva rovinato l’intelaiatura. L’aria pungente le tagliò il viso, ma il calore del sole l’abbracciò. In lontananza si vedevano le barche dei pescatori con sopra nuvole di gabbiani.

“La pesca è andata bene”, pensò Azalee, poi si vestì velocemente, chiuse la porta di casa e corse verso i raggi del sole.

La spiaggia era ancora deserta, la rena pettinata dal vento formava ondine perfette, come se uno scultore si fosse perso nella notte a completare laboriosamente il suo lavoro, fra le dune spuntavano fiori selvatici, impavidi e coraggiosi, sfidando la brezza marina.

La corsa liberatoria durò fino a quando la ragazza fu costretta a fermarsi, non aveva più fiato, la milza le doleva, esausta si sedette su una delle collinette di sabbia, il suo sguardo si perse nella profondità dei suoi pensieri. Il suo cuore batteva come un batterista all’apice del suo impeto. Si inumidì le labbra carnose, arse dal vento e dalla fatica della corsa, un mezzo sorriso le ridisegnò, mentre i pensieri iniziarono a volteggiare liberi come aquiloni, sospinti dal vento. Bastò però un guaito disperato a far precipitare i pensieri della ragazza in un tonfo muto. Azalee strizzò gli occhi e, guardando verso l’orizzonte, vide un cane in acqua che si dibatteva fra le onde, guaiva disperatamente. Di scatto si alzò, senza pensarci due volte corse verso la scogliera, l’aveva fatto innumerevoli volte da adolescente, si tuffò iniziando a nuotare per raggiungere il cane, ma più nuotava e più il cane sembrava allontanarsi, un’onda la sommerse, Azalee non sentì più nulla, i guaiti scomparvero, gli arti divennero leggeri e poi ci fu solo il buio.

Dopo un tempo che non seppe quantificare, si riprese tossendo convulsamente, vide due occhi familiari: era a bordo della barca di Irons, Azalee pensò.

“Irons pescatore e un po’ mago.”

L’uomo le stava schiacciando con energia il petto per fare uscire l’acqua dai polmoni. Azalee riuscì a dire tutto di un fiato.

“Irons il cane, salva il cane!”

Irons tuonò.

“Il sacco di peli è salvo! Lo sapevo già da tempo che eri fuori di testa, ma tu oggi potevi morire!”

Azalee lo guardò e sorrise.

“Oggi è una giornata che vale la pena di essere vissuta!”

E così dicendo si lasciò andare al dolce dondolìo della barca sulle onde.

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