Descrizione
Marco Gasperini co-autore di Vite Paralle – virtù del virtuale con Antonio Limoncelli
“La selezione colpevole” – già trovo accattivante il titolo, e lo stesso formato del volume si sposano alla perfezione con la mia personale affinità al nero, al sangue che scorre nero in vene nere e quanto son nere le presenze imprigionate sotto pelle, organi saturi d’impulsi nervosi assorbiti con violenza dalla realtà circostante, dalla storia, dall’esperienza che non insegna.
Sono giunto a metà strada di questa raccolta, con qualche sguardo avanti e indietro fra le pagine, urna di pensieri intimi/chirurgici/autoptici, e anche oltre, non c’è identificazione oggettiva, ma la soggettività s’espande e accoglie in un dolore a tratti normale, e più spesso sensibile, l’orizzonte possibile provvisorio dell’esistenza (in)sofferente, la solitudine, il vuoto figlio della contemporaneità, senza soluzioni, vie d’uscita, sconvolgente per un lettore sprovvisto di cicatrici, ai più una mappa che segna il passo di una “via crucis” senza redenzione, una passività che ben si adatta con coscienza allo stato d’animo di un impero chiaramente in decadenza, ma privo di quella compiacenza che non trova sfogo nei sporadici sprazzi di piacere/ricordi, deviazioni tangenti sadomasochismo e/o fetish a punteggiare qua e là l’opera.
Complessivamente introverso, introspettivo, forte, comunicativo e, probabilmente, in qualche modo liberatorio per sommi capi d’estrema spontaneità.
Complimenti Andrea.
DUE POESIE
Suture sul passato
Suture sul passato
su tagli, ferite.
come a cauterizzare il dolore
di graffi e cicatrici
che si riaprono.
Ustioni, profonde
ascessi di ricordi
che non si drenano
mai completamente.
Suture sul passato.
Su unioni e riunioni
su sogni e su segni
su incontri e scontri
sui miti e sui Meeting
parole, spesso vuote
talvolta piene di un grande
profondo nulla.
Suture sul passato
senza anestesia
senza compassione
verso se stessi
fino a farsi male.
Il mostro che ti vive dentro
Mi hai guardato con la stessa espressione
con cui avresti fissato
un sacchetto della spazzatura altrui
in un cassonetto.
Mi hai degnato dello stesso sguardo
schifato
di chi vede un profilattico usato
abbandonato per strada.
Mi hai buttato
come un calzino
sporco e bucato.
Ti disgusto?
Forse perché in me
vedi i riflessi del tuo sporco interiore.
L’orrore che sai che hai dentro
ma che hai paura di guardare
anche solo per un attimo.
E’ il mostro che si annida dentro di te
ma è anche la tua parte antica
quella che ti permette di sopravvivere
alle battaglie
che devi combattere ogni giorno
Che ti permette di subire e restituire
i soprusi della vita quotidiana
Non aver schifo di me,
Comincia ad apprezzare il marcio
che hai dentro.
Perché ti hanno detto che è marcio
ma è anche la forza vitale, animale
la rabbia che ti fa distruggere l’ostacolo.
Non aver paura di me.
Sono il mostro che ti vive dentro.
Lu Paer –
Una poesia struggente e violenta
Struggente, violenta e viva è la poesia di Andrea Leonelli dove l’intenso sentire – ferire fa da padrone. Tutto è estremo nei versi del poeta: estrema ricerca di significato, estrema ricerca di sé, estrema solitudine. Sofferto, penoso, l’ invalicabile confine con l’altro. Anche la passione, alimentata dalla devastazione dell’assenza ( Divengo nulla), è descritta con forza, quasi come antidoto e fuga dall’altro, più antico e profondo, dolore. Una passionalità disperata perché carica di quella solitudine che deriva proprio dalla condivisione profonda, ma mai totale con l’altro (La distanza fra le anime). Eppure ovunque è innegabile l’inno all’ intensità della vita vera, vissuta scegliendo ed esibendo ogni lato di sè, dove non c’è spazio per i minuti vuoti e insulsi, per una quotidianità che si trascina( Vendicati della vita). Grazie Andrea Leonelli.