Il velo della Veronica

25,00

Formato: Libro cartaceo pag. 358

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Autore: Roberto Belotti

Note sull’autore

 

 

COD: ISBN: 978-88-5539-289-1 Categoria: Tag:

Descrizione

Se potessimo riscrivere la storia, come ci comporteremmo?

New York, 1995. Michele (Mike) Galliano è un dirigente newyorchese di origini italiane. Dicembre 1997. Durante Ruvolo è un apprezzato scrittore di romanzi. Vive a Bergamo e non è sposato. Nella settimana che precede il Natale si trova a Roma, in Vaticano, per visionare alcuni papiri demotici che lo aiuteranno a completare la stesura del suo prossimo manoscritto.

Cos’hanno in comune questi due uomini? Apparentemente nulla.

Roma, Città del Vaticano. La stanza delle reliquie è un locale segreto situato nei sotterranei della Basilica, di cui solo i Papi conoscono l’esistenza. È qui che Papa Stefano X visiona i documenti che descrivono cosa avvenne davvero sul Monte Calvario duemila anni prima. Cosa fare? Minare una Chiesa millenaria dalle fondamenta o tacere come hanno fatto tutti i Papi che lo hanno preceduto?

Dal passato riemergono anche i nomi dei discendenti di Gesù. In sintonia con i Papi illuminati del Rinascimento italiano che lo hanno preceduto, Papa Stefano X decide di commissionare a Durante un compito: svelare i segreti della Chiesa di Roma, riavvolgendo il tempo attraverso le pagine di un romanzo. Riuscirà nel suo intendimento?

INCIPIT

La sera del 20 dicembre 1997 mi accingevo a concludere le ricerche sui papiri demotici identificati con le segnature “Vat.Lat.291299”. Avevo saltato il pranzo e la pancia, mentre mi apprestavo a mettere ordine ai fogli degli appunti, aveva iniziato a brontolare come fosse un temporale in arrivo.

Nelle ultime settimane, il romanzo storico che avrei dovuto completare entro la primavera successiva aveva subito una fase di stallo e con esso anche la mia vita. A quel tempo, tendevo a modularla alle dinamiche del mio lavoro. Mi mancavano molte informazioni e alcuni precisi riferimenti che, dopo svariate ricerche, sapevo avrei potuto ritrovare esclusivamente su quei papiri: testi destinati al popolo egizio del periodo tolemaico. Mi ero documentato e venni a sapere che le origini della lingua demotica risalivano attorno al 650 a. C. e che da quel momento era stata per circa mille anni la lingua parlata e scritta nel quotidiano dal popolo egizio. Per questo, le informazioni e le testimonianze contenute su quei documenti sarebbero state indispensabili allo sviluppo e alla stesura di buona parte del mio manoscritto. L’unico posto al mondo dove avrei potuto reperire i papiri demotici era a Roma, nella Biblioteca Vaticana. Non ci misi molto a rendermi conto che avrei avuto serie difficoltà nell’accedervi. Ripetute richieste tramite lettera finirono nel vuoto. Le voci che di volta in volta rispondevano ai numeri telefonici che riuscii a recuperare, ancorché gentili e disponibili, non erano disposte ad aiutarmi perché non avevo alcun titolo per potervi accedere. Ero frustrato e amareggiato. Mi resi conto, mio malgrado, che essere uno scrittore non era sufficiente. Per questo, fui sul punto di abbandonare l’idea di narrare le vicende di quell’epoca, cosciente del fatto che senza quelle informazioni avrei pubblicato un testo incompleto.

Poi, successe qualcosa. Nell’ultima delle periodiche telefonate che ero solito fare a Piera, il mio editore, per allinearla sulle evoluzioni, sui cambi di rotta o le difficoltà legate alla stesura del manoscritto, appresi, dopo che mi ebbe elencato i suoi agganci nel mondo dell’editoria e elogiato le sue capacità persuasive, che sarei potuto partire subito per Roma. Ovviamente la cosa mi sorprese.

«Roma ti aspetta» mi disse dopo avermi lasciato snocciolare parole di resa sull’argomento e la decisione di riempire il vuoto dei capitoli centrali con pietanze dai diversi sapori che poco avrebbero avuto a che fare con il resto del menù. Avendo l’asso nella manica si era voluta divertire un po’ alle mie spalle: tipico di lei.

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