Il mare non serve

2,99

Formato: Epub, Kindle

Autore: Marina Atzori

Note sull’autore

COD: ISBN 978-88-6690-221-8 Categoria: Tag:

Descrizione

Una sensibilità grande, forse eccessiva, ci spinge a rinchiuderci in noi stessi, ad avere paura degli altri, nemici a cui non mostrare il fianco scoperto. Trovare il coraggio di lasciarsi finalmente andare, di raccontarsi, significa fare un passo avanti verso una grande conquista: l’accettazione di sé.
Può essere anche più facile farlo attraverso una metafora, impersonando un fiore.
Margherita, la protagonista, è sola, fragile, eppure perseverante nel voler fare finalmente “pulizia” dei suoi pensieri, cessare di nascondersi, mettersi infine in gioco.
Sono tante le creature che la circondano, da tutte c’è da imparare, come la Quercia, forte e solida, simbolo della forza di volontà, mentre altre sono soltanto forti, talvolta pungenti, come Pino, o in difficoltà, come Ciliegia, che non sempre sa cavarsela da sola. Ci sono presenze protettive e sicure come Melo, altre più inquietanti, come Riccio, o punti di riferimento, come Orsetto… e tanti altri.
Il mare che non serve è il passato, spesso amaro, salato, che è meglio dimenticare. Per lasciarlo alle spalle, riconquistare se stessi e il proprio equilibrio, un mezzo importante è la scrittura, catartica, energizzante, liberatoria come questo piccolo racconto in prosa poetica.

INCIPIT

Ho scelto di scrivere questo libro in un momento particolare della mia vita, o meglio ho provato a capire quanto potesse tornarmi utile farlo ora.
Quando i pensieri iniziano a essere delle piccole nuvole rade, tante, troppe da sentire l’esigenza incontrollata di condividerli con quel mondo, di cui non conosci volto, età, voce: a cui puoi dire qualsiasi cosa senza chiederti se hai effettivamente scritto “il giusto”. Appunto perché nella vita, almeno, posso assicurarvi nella mia, le parole hanno avuto quel peso che troppo spesso non ti aspetti.
Tra queste righe potete già notare la “neanche troppo velata reticenza” nel credere in quello che faccio.
A questo punto diventa facile intuire che la mia missione è sempre stata quella di non scoprire il fianco al nemico, ottenendo una serie di emozioni implose, di paure soffocate, di gioie mai vissute, di sorrisi compressi o espressi e durati quanto un fragile castello di sabbia.
Ora che ho cercato con l’insicurezza che mi contraddistingue di spiegarvi il mio obiettivo, qui leggerete l’esatto contrario, inizierò a raccontarmi, e mi scoprirò come non ho mai saputo fare.

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