Dentro un castello di carte

4,99

Formato: Epub, Kindle

Autore: Marina Atzori

Note sull’autore

COD: ISBN 978-88-6690-297-3 Categoria: Tag:

Descrizione

A volte, la soluzione più semplice, per difendersi dalle avversità della vita, è quella di costruirsi un castello di carte, nell’illusione di potervi trovare rifugio. Ben presto, però, ci rendiamo conto che è troppo fragile, che basta un soffio per farlo crollare. Proprio quando pensiamo che tutto sia perduto, a volte la vita ci riserva delle sorprese e troviamo la forza di costruire davvero qualcosa di più solido e duraturo. Dentro un castello di carte è il seguito della storia di Petra e Zefiro iniziata nel romanzo Il fiordaliso spinoso. Anche qui, la vita reale e la fantasia si mescolano… E la tartaruga Zippo, anche questa volta, ci metterà lo zampino. Perché l’amore, i sogni, che altro sono, se non belle favole?  E nelle favole, si sa, anche le tartarughe non sono solamente degli animali, ma possono essere complici e messaggeri. Basta crederci.

INCIPIT

Genova, domenica 3 maggio 2015

L’incubo

Mi sveglio più volte in preda al panico, il potere di quelle immagini è spaventoso. La mia testa rimane appoggiata al cuscino, il mio sguardo invece incollato al soffitto per una buona mezz’ora. Cerco di riprendermi, provo a ricordare, a cogliere i minimi dettagli, ma non ci riesco del tutto. Sono troppo spaventato. Risulta impossibile rivedere ogni scena in modo preciso. Sento un tremendo ronzio alla testa, ci sono voluti un paio di minuti prima di riacquistare consapevolezza. A un certo punto ho la freddezza di aprire il cassetto del mio comodino, prendere la mia vecchia agendina e iniziare a scrivere qualche frammento di quel terribile sogno.

“Un gruppo di pesci piranha mi divora i piedi, tento di fuggire mentre un vortice marino gigantesco mi risucchia al suo interno; nel precipitare in fondo a profondità sconosciute mi aggrappo al timone di un relitto, viscido al tatto, ricoperto di alghe marine che sembrano brandelli di abiti di seta nera. Durante la presa percepisco un forte dolore alle braccia. Le energie vengono a mancare… mi lascio andare, fluttuando nell’acqua, allontanandomi sempre di più dal relitto fantasma.”

Mentre scrivo, soltanto le mie mani sembrano vive. È come se fossi stato rapito da una forza misteriosa, qualcosa guida i miei pensieri; ho come l’impressione che qualcuno si sia impossessato dei miei ricordi. Seguito a scrivere per circa due ore nella penombra, sono abituato a farlo con l’abat-jour acceso fino a tardi. Oramai quella luce soffusa ha permeato le mura del mio piccolo rifugio di fortuna. Ripongo la piccola agenda con un gesto quasi al rallentatore. Mentre chiudo con forza il cassetto, mi assale prepotente il pensiero di non volerlo riaprire mai più.

Cerco di alzarmi, il senso di disorientamento persiste. Tento di scacciare quelle sensazioni, ma non funziona, il chiodo è fisso.

Decido di farmi una doccia tiepida per dare un taglio alle mie seghe mentali.

Si è fatto tardi, devo prepararmi. È ora di andare al lavoro…

2.

Il mio passato prossimo

Facciamo qualche passo indietro. Durante il Viaggio che dall’Asinara mi portò a Genova, sentii che qualcosa non andava, ebbi una sorta di presentimento. Qualcosa di superiore a me e al mondo terreno mi spinsero a prendere la decisione di correre da lei, la mia unica ragione di vita, Petronilla. Affrontai di tutto, persino una banda di rapitori che ebbero tutt’altre che buone intenzioni nei miei confronti e nei confronti di Stella, la ragazza che avrei dovuto proteggere. Con l’aiuto di Zippo, la Tartaruga dell’Asinara, ne uscii indenne. Fu un mezzo miracolo. Quella Tartaruga non era una tartaruga qualsiasi, era, ed è una Creatura Magica a tutti gli effetti. Dovete sapere che quel rettile non mi abbandonò mai, dall’inizio, alla fine; rischiò addirittura la vita per fare in modo che arrivassi a destinazione.

Siete scettici, vero?

Se è così, pazientate, perché non appena saprete cosa ha fatto per me e per Petra cambierete idea.

Le devo eterna gratitudine. Mi insegnò che per amore si supera qualunque ostacolo, anche quando tutto sembra essere ormai perduto.

Ma torniamo alla mia disavventura…

2 recensioni per Dentro un castello di carte

  1. Bruno B

    Dentro un castello di carte

    “Sento che avete creduto a questa Favola, così come ci ho creduto io. Avete fatto bene, sapete? Perché i sogni aiutano a vivere, a sperare, respirare, a non mentire più.
    I sogni salvano le anime perse per le strade e anche i gatti vagabondi.
    Prima o poi, come succede per loro, troverete qualcuno di speciale che si prenderà cura di voi…”
    Così finisce “ Dentro il castello di carte” L’Autore ( Autrice, anzi ) sbuca dal sipario appena calato, e si rivolge direttamente al Pubblico. Il momento magico di “ Sospensione dell’incredulità “ è terminato. Lo Spettacolo è finito, gli spettatori possono tornare a casa, camminando lieti e un poco sognanti nella sera tiepida, con il giusto rimpianto per una cosa bella già terminata. Lo so, lo so,questo è un libro, non ci sono spettatori ma lettori… Eppure la similitudine teatrale mi è venuta spontanea. C’è qualcosa della Commedia, in questo romanzo. Il tono lieve, l’ironia ed il sogno mescolati, forse. Ma non solo, leggendo mi venivano in mente immagini precise, forse contrastanti. Un teatrino vecchio, con stucchi e velluti rossi, una compagnia teatrale affiatata, di quelle che in scena si divertono loro per primi, ma anche, con stacchi bruschi, quei Cartoni Animati Giapponesi, ma quelli belli, di Miyazaki, pieni di Poesia. “Tutto tranne un romanzo,allora, deciditi” già vi vedo scuotere la testa.
    Ma no. E’ proprio quando leggo un romanzo che mi piace, che io m’invento in parallelo il film, il teatrino. Quando trovo sentimento senza sdolcinatura, ironia senza volgarità, allora entro nella storia, e non vorrei più uscirne.
    “ Dentro il castello di carte” è il seguito di un’altra storia, ma si legge anche da solo, come opera che vive di vita propria. E’ una Fiaba, come dice giustamente la frase finale. Una Fiaba, che parla d’Amore ( L’Amore c’entra sempre, magari in forma mascherata, in ogni storia che si rispetti )
    ma anche di natura e di attaccamento a luoghi dell’Anima. Che poi è sempre Amore: per gli altri esseri viventi, per la propria terra. Una storia con protagonisti ben delineati e veritieri, alle prese con la Realtà come tutti, magari tormentati e con un passato difficile, come il protagonista maschile, personaggio interessante, dal carattere magari aspro, ma amante del suo lavoro a contatto con la Natura.,e romantico, in fondo, tenace e mai sottomesso, anche nelle difficoltà più moleste. Una Fiaba moderna, con vecchie auto che perdono i pezzi, giornalisti impiccioni e invadenti, e ristorantini tranquilli. Tutti elementi che nelle fiabe non esistevano, forse. ( Forse mi sbaglio di grosso: Taverne nel bosco, e carrozze, e Messi del Re incalzanti… Magari le cose cambiano di nome, ma la sostanza rimane, in fondo. ) Ma ci sono anche gli Animali Parlanti, ( O scriventi, in questo caso ) che della Fiaba sono una delle irrinunciabili colonne portanti. Gli Animali Consiglieri, gli Animali Saggi, simbolo di quella Natura che non è un qualcosa di staccato da noi umani, ma semplicemente parte della nostra essenza migliore. La Tartaruga Zippo ne è un memorabile esempio.
    Un breve sogno, insomma, con il lieto fine. Che si legge tutto d’un fiato, come ho fatto io. Sperando che ci sia un seguito, naturalmente. Mettete il Titolo in locandina, e la data della Prima. Ho già l’abbonamento, sarò il primo al botteghino…

  2. Cinzia M

    Un bel seguito per Il fiordaliso spinoso

    Marina Atzori ama definirsi un’autrice romance green e il suo stile è in effetti abbastanza lontano da quello dei consueti romanzi rosa.
    In questo secondo romanzo ci riporta alle vicende dei personaggi che al termine de Il fiordaliso spinoso aveva lasciato a dibattersi tra l’incertezza e il dubbio.
    La vacanza all’Asinara è terminata da quasi un anno e nella vita di Petra a Boccadasse la realtà sembra avere preso il sopravvento sulla favola e l’idealismo della ragazza sembra aver ceduto di fronte alle delusioni e alle difficoltà.
    Combattuta tra il desiderio di normalità e il ricordo di un amore breve e vissuto solo in un’atmosfera rarefatta, Petra sceglie la realtà e anche i suoi sentimenti e i suoi trasporti si trapiantano necessariamente in una dimensione più banale e quotidiana. Appare insomma meno tormentata, ma un po’ più grigia.
    Zefiro invece, è lui questa volta a raccontare la vicenda in prima persona, smette i panni del misterioso e taciturno aspirante biologo de Il fiordaliso spinoso per rivelarsi un uomo pieno di insicurezze, che ha coronato il sogno di laurearsi, ma insegue ancora il suo amore da favola, tentando di vincere le sue paure. Nello stile di una chiacchierata amichevole, disseminata di sprazzi di autoironia, oscillando tra l’autocompatimento e la determinazione, Zefiro si rivela essere davvero l’uomo ideale per Petra, che però ha promesso, per motivi all’inizio oscuri poi man mano più chiari, di non rivedere.
    Venuta meno l’atmosfera onirica del precedente romanzo i due si trovano immersi in una quotidianità dove i sentimenti sono fragili, sempre pronti a ritrarsi di fronte alle difficoltà. Anche Zippo sembra tirarsi indietro. A credere alla favola rimangono i più insospettabili tra i personaggi: un gruppo di giornalisti in bilico tra arrivismo e idealismo che vorrebbero scoprire la magia nella realtà, pur consapevoli che nelle loro mani della favola non rimarrebbe che polvere, se pur luccicante.
    Eppure questa volta il lieto fine ci sarà, se pure, forse, non un lieto fine da favola, dopo il quale non è detto che vivano tutti felici e contenti.

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