Descrizione
La scrittura graffiante di Emanuele Gagliardi dà vita a undici racconti di carattere poliziesco, pulp e hardboiled, ambientati perlopiù nella Roma degli anni ’70, in cui il crimine si tinge di sfumature morbose: gli efferati omicidi che costituiscono il “perno” intorno al quale ruotano i racconti sono accompagnati da un corollario di perversioni, feticismi, tradimenti, stupri, giri di prostituzione dipingendo, senza falsi moralismi né atteggiamenti voyeuristici, un affresco credibile delle pulsioni oscure della natura umana. I personaggi sono genuini, ottimamente caratterizzati nella loro complessità psicologica, nelle loro matrici culturali, nella loro estrazione sociale. Su tutti, svetta il Commissario Umberto Soccodato: pingue, fuori moda, estremamente umano, ma animato da una sincera e trasparente volontà di ricercare la giustizia.
IN RIVA AL MARE, DI NOTTE
(Gaeta, luglio 1984)
L’appuntamento con gli altri è al bar La Francese, alle 22. Poi si decide dove andare. Di solito papà mi dà il permesso di rincasare entro mezzanotte.
Paolo passa a prendermi alle 21. In moto. Un po’ mi dispiace perché non posso indossare il vestito turchese che mi sta tanto bene. Ho scelto i jeans, con la canotta arancione e il giubbetto con le frange. Capelli sciolti, niente coda, trucco solo sugli occhi (messo per le scale, come sempre, sennò papà fa storie) e un po’ di lucidalabbra. Superga bianche, che con le caviglie abbronzate sono fichissime.
Stasera ci prova, ne sono certa!
Sento il clacson. Tre colpi e poi: «Mariaaaaa!»
Scendo. Il cuore a tremila. I capelli lunghi fino alla vita, che ho cura di muovere, mi danno sicurezza. Comunque ho con me l’elastico per il tragitto fino a Gaeta vecchia. Corro al cancello.
«Sei una gran topa!»
Non mi stacca gli occhi dal seno. Lo abbraccio forte.
«Salta su, fata, ché siamo pronti per la cavalcata!»
Sono felice. Ho solo voglia di stare attaccata a lui sulla moto. Mi asseconda. Durante il percorso chiacchieriamo della giornata trascorsa in spiaggia, della partita a tennis al campo dell’hotel Serapo. Ha stracciato Andrea 6-0, 6-1. Ne è orgoglioso. Paolo è un po’ invidioso di Andrea. Andrea il più bravo. Andrea il bello “sempre pieno di fica”. A me Andrea piace da matti. Ma Andrea sta con Imma, ha occhi e cuore solo per lei.
Non fa freddo, ma la temperatura mi pare più bassa del solito. «Stammi vicina, ti scaldo io» fa Paolo. Capirai, più stretta di così! Manca poco che arrivi al manubrio!!
Corso Italia. Via Firenze. Lungomare Caboto… Mi sento in paradiso. Paolo sta in quinta liceo, è il più grande della comitiva… Dopo un anno s’è accorto di me e oggi è venuto a prendermi per andare insieme a La Francese!
Qualche giorno fa Imma ha detto: «Tu gli piaci un sacco a quello! Non fa che guardarti e ti nomina in continuazione! Stai attenta, perché prima o poi ci proverà, è uno che se ne è scopate tante!» Io, ovviamente, sempre più al settimo cielo. Se ci proverà, giuro che finirò tutti i compiti delle vacanze in tre giorni! O andrò a piedi da Gaeta a Formia tutti i giorni fino a quando torneremo a Roma. Ma tanto non ci proverà… Sono troppo piccola, troppo vergine! Figurati se si mette a perdere tempo con una pischella…
Ma oggi avverto una sensazione diversa. E ho una gran voglia di infilargli la lingua in bocca. Proprio una gran voglia!
Via Bausan… Mèta. Soliti abbracci e baci. Roby ha litigato con l’altro Paolo: l’ennesima scazzata per la gelosia di lui. È asfissiante. Sinceramente mi sta sul cavolo.
Eccoci insieme, chi in un angolo, chi appoggiato sulle macchine, comunque tutti qui, al bar più frequentato del litorale. Io sto seduta su un motorino. Si avvicina Paolo e mi stringe la mano.
«Vieni» fa con dolcezza.
«Dove?»
«Tra le mie braccia!» ha l’occhio furbetto.
Non me lo faccio ripetere e mi lascio abbracciare. Poi mi prende per mano e dice: «Ragazzi, se non ci vediamo qui tra un po’, dove vi raggiungiamo?»
«Ma dove andate?» domanda Andrea.
«Un attimo a casa di Enzo. Devo portargli una cosa e Maria mi accompagna.»
«Okay – sorride il bello – caso mai lasciamo detto a Ciro, lì al bar… A dopo. Non fate gli stronzi!»
La brezza marina gioca coi nostri capelli mentre la moto sfreccia ripercorrendo il lungomare in direzione del centro. Cespugli di oleandri nascondono a tratti il marciapiedi e la placida striscia cobalto appena increspata in superficie dalle lampare che prendono il largo. L’aria sa di sale, di canzoni, di estate, con il retrogusto di storia che gli viene dai bastioni medievali sopravvissuti alle cariche della modernità. Porta Carlo V con la cappelletta decrepita di Santa Maria della Solitaria e Porta Carlo III segnano il confine del borgo… Siamo di nuovo su Via Firenze e di corsa verso l’altro mare: Serapo.
Arrivati quasi sulla spiaggia, Paolo spegne il motore e si ravvia i capelli.
«Dai, facciamo due passi…»
Avevo capito che non voleva andare da Enzo!…
Mi sento strana. Sto per perdere il controllo? Camminiamo abbracciati sulla sabbia. Improvvisamente mi volta e prende a baciarmi le labbra. Delicatamente. Non resisto. Apro la bocca e le nostre lingue si intrecciano. Con dolcezza. Poi con frenesia. Le sue mani scendono dal mio collo al seno che s’inturgidisce fino a farmi male mentre un fuoco dal basso sale verso la fronte e pare incendiarmi.
Si toglie la giacca-jeans. La stende a terra, al riparo di un gozzetto in secca coperto con un telone blu arso dal sale. Mi invita a stendermi. Continua a baciarmi. Si sentono i grilli tra gli arbusti che spuntano dalla sabbia.
Mi sfila canotta e reggiseno con un gesto unico. Mi ritrovo con il seno nudo, voglioso della sua bocca. E lui fa esattamente ciò che voglio. Sento il suo corpo premere contro il mio. Sono spaventata, ma il desiderio è più forte, incontrollabile. Sono pronta a tutto, qualsiasi cosa voglia fare…
Deciso, a tratti veemente, assapora il mio collo, indugia sui seni lievitati martoriandoli con alternanza di tocchi tenui e succhi spietati. Scende ancora! Sul ventre che si abbassa e si solleva rapido al ritmo della mia eccitazione… Sul pube… Si concentra sulla mia femminilità acerba che risponde con spasmi non più di vergogna ma di piacere assoluto…
E continua! Continua!! Non so più da quanto stiamo qui?! Continua… Ci vede qualcuno? Continua! Per me potrebbe continuare all’infinito! Nel mio intimo le scosse si susseguono violente e totali. Sono stordita… Affondo la mano nei suoi capelli e lo spingo incontro al mio sesso… Senza pudore, ormai! Continua…