Descrizione
Presentazione di Marco Cingolani
Delitti al profumo di basilico è, come segnalato in copertina, un romanzo giallo. Il protagonista è Guido Sala, un ex commissario sessantatreenne, da pochi anni in pensione, che vive da solo in un paesino caratteristico della costa ligure, San Giustino (nome di fantasia). L’uomo ha una passione esplicita per la cucina e ne coltiva segretamente un’altra, quella per la poesia.
La tranquilla e ordinaria quotidianità del paese viene sconvolta un giorno dal ritrovamento, nell’orto vicino alla chiesa di San Cristoforo, del cadavere di Sante Querciaroli (da tutti chiamato Santino), il sacrestano.
Alcuni elementi inducono Sala a ritenere poco probabile l’ipotesi di un incidente e a propendere per quella dell’omicidio. Il commissario decide di indagare segretamente, senza avvertire il titolare dell’inchiesta, il giovane maresciallo dei carabinieri Garofalo. A collaborare con Sala sarà invece un suo vecchio amico, il giornalista Luca Carapelli, capo redattore del “Gazzettino Ligure”, che brama un avanzamento professionale e il trasferimento a Roma.
La vita del sacrestano, all’apparenza limpida e ineccepibile, si rivela a poco a poco avvolta da un’aura di ambiguità e contrassegnata da misteriose e torbide relazioni. Sala scopre infatti che Santino, grazie alla cospicua eredità avuta da un vecchio zio, conduceva un’attività di usura; la sua morte risulterà inoltre collegata al furto di un importante quadro.
Al primo delitto se ne aggiunge, dopo molti mesi, un altro: viene ritrovato, nella sua abitazione a Rapallo, il cadavere di una donna, la sorella di Santino; la relazione tra i due omicidi si rivelerà la chiave per sciogliere l’intrigo.
Le indagini di Sala porteranno inoltre alla luce il ruolo svolto, nella preparazione e nell’esecuzione del furto e dei delitti, da una donna di cui il commissario è innamorato…
La trama, come si conviene a un romanzo giallo, è estremamente ricca e i colpi di scena si susseguono senza sosta. Anche i personaggi sono numerosi, ma la storia ruota chiaramente intorno alla figura di Guido Sala, che l’autore privilegia rispetto agli altri personaggi e di cui fornisce una caratterizzazione estremamente efficace. Il personaggio del commissario è ricalcato su modelli illustri, dal professor Laurana di A ciascuno il suo di Leonardo Sciascia (a cui è assimilabile per l’intelligenza introversa e la timidezza nei confronti delle donne; la donna da cui è attratto è inoltre coinvolta nei delitti, proprio come nel romanzo di Sciascia) ai detective del romanzo giallo contemporaneo: i personaggi di Camilleri, Vázquez Montalbán , De Cataldo e molti altri.
Risulta altresì apprezzabile la descrizione degli ambienti, connotati con spessore e originalità: gli odori, i sapori della cucina ligure sono restituiti con vivida curiosità e costituiscono l’ideale cornice del romanzo, contribuendo ad alleggerire la complessità della storia e garantendo una piacevole lettura.
Il romanzo di Zappa è preceduto da un’interessante prefazione, che ne sottolinea i numerosi pregi e consente di collocare l’autore tra i giallisti contemporanei, per il forte e suggestivo legame con il territorio.
INCIPIT
Uscì dal portone della questura e attraversò la piazza, camminando senza fretta verso la macchina parcheggiata di fronte. Prima di mettere in moto, si fermò un istante a guardare, senza particolare nostalgia, la finestra dell’ufficio in cui aveva lavorato per una vita e che tre anni prima aveva lasciato per andare in pensione.
Di passaggio a Genova, dove era andato a trovare la sorella, aveva deciso di approfittare dell’occasione per salutare gli ex colleghi e vedere come se la cavavano senza di lui. Lo avevano accolto calorosamente, contenti di rivederlo dopo tanto tempo. Godeva ancora della stima di tutti, superiori e colleghi, e in ufficio nessuno aveva dimenticato le sue straordinarie doti di investigatore né la sua abilità nel risolvere casi: dai più semplici ai più complessi e delicati. Quando era ancora in servizio, bastava che qualcuno arrivato da fuori chiedesse di lui o lo nominasse soltanto, per suscitare subito espressioni di apprezzamento: “Chi? Sala? Il commissario Guido Sala? Eh… quello sì che ha i coglioni!”; “Se fossero tutti come lui, di delinquenti in giro ce ne sarebbero parecchi di meno!”.
Nonostante i tanti successi ottenuti, era sempre rimasto lo stesso e le persone che avevano lavorato con lui lo apprezzavano anche per il suo carattere schivo e, a tratti, burbero. I suoi superiori erano stati un po’ meno entusiasti di quell’aspetto, e il questore, in particolare, si era trovato più di una volta in imbarazzo durante le cerimonie ufficiali, per l’atteggiamento freddo e distaccato dimostrato da Sala di fronte alle onorificenze e agli encomi che gli erano appena stati attribuiti.
Finché il lavoro lo aveva costretto a vivere in città, aveva approfittato dei fine settimana liberi per lasciare Genova e andare a passare qualche giorno nel suo paese. Adesso che era in pensione e aveva a disposizione tutto il tempo che voleva, si era trasferito nella vecchia casa di famiglia, dalla quale non aveva più intenzione di allontanarsi.
Mise in moto la macchina e si avviò verso l’autostrada. Dopo le ore passate in città, trovava quel breve viaggio particolarmente piacevole e rilassante, anche se il cielo era coperto e da due giorni continuava a piovere. “Del resto in novembre non si può pretendere di avere sempre bel tempo”, si disse, continuando a guardare il panorama grigio che si stendeva davanti a lui. Lo trovava comunque affascinante, anche se malinconico. Gli piaceva il colore scuro del cielo che si rifletteva sul mare agitato, illuminato a tratti verso l’orizzonte da fulmini lontani.
Lasciò l’autostrada e si diresse verso la costa. Ancora pochi chilometri e sarebbe arrivato a casa, a San Giustino a Mare.
Il paese era un piccolo borgo, di circa duemila anime, arroccato sulla scogliera che sovrastava la Baia dei Delfini. Gli abitanti erano per la maggior parte pescatori che si tramandavano il lavoro da generazioni. Nessuno di loro era particolarmente interessato allo sviluppo turistico del posto: anzi, molti non vedevano di buon occhio l’idea di aprire le porte a orde di bagnanti, che avrebbero certamente turbato la tranquilla atmosfera del paese. Solo Cuffari, il giovane sindaco, aveva grandi ambizioni e cercava da tempo di trasformare il paese in un rinomato luogo di villeggiatura. Da anni si sforzava inutilmente, durante le campagne elettorali, di convincere i concittadini a darsi da fare per attirare giovani coppie e famigliole e ad accettare quella che era, secondo lui, “la naturale evoluzione degli uomini, del tempo e delle cose”. I paesani, pur non condividendo affatto le sue ambizioni, avevano continuato a dargli i loro voti affidandogli, contro ogni ragionevole previsione, il mandato di sindaco per la seconda volta. Così la rielezione di Cuffari era l’unico inspiegabile mistero del piccolo e sonnacchioso centro.
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