Dammi un motivo

4,99

Formato: Epub, Kindle

Autore: Giorgio Bianco Costantino

Note sull’autore

COD: ISBN 978-88-6690-265-2 Categoria: Tag: ,

Descrizione

Giulia, cartomante cinquantenne alcolizzata, salva una bambina, la ricchissima Céline, da un naufragio e dalla follia del padre. Contando sul fatto che Céline sia ritenuta morta da tutti, le due donne decidono di trascorrere un periodo insieme, inventando una parentela che giustifichi la presenza della ragazzina a casa della cartomante. Ma la loro complicità stenta a decollare. Infatti nasce nella disperazione e nello scontro fra età e situazioni sociali diverse. Eppure, poco alla volta, si consolida grazie alla scoperta di tanti punti in comune. Insieme, Giulia e Céline trovano uno scopo per vivere. Intanto progettano una fuga impossibile dall’altra parte del mondo.

INCIPIT

Non devo bere, o il Signore mi toglie il dono. Ma una sigaretta, ancora una, che sarà mai? Evapora a fuoco spento, la liquida volontà di Giulia, e si regala un si vive una volta sola, velo di banalità dietro al quale nascondere la sconfitta.
Tanto decide il Destino. Si sa come succede: te ne fai due pacchetti al giorno e campi fino a cent’anni, non fumi e muori giovane in autostrada per colpa di un tir. Un goccio di birra, va’… Giusto per togliere la sete. E una lacrima di limoncello, così poi l’alito sa di fiori. Mezzogiorno. Ore tutte uguali, giorni tutti uguali, mesi…
Una mosca si crede invisibile e ricama l’aria azzurra di sigaretta con l’elastico della sua melodia. Muri spessi e antichi, la Liguria sa difendersi dalla calura di luglio.
Un grande tavolo con panno verde, e su quel panno un mazzo di carte consunte, un rosario ammucchiato, una piccola foto in bianco e nero, ritratto di donna anziana. Un pacchetto di Muratti, tre caramelle, un piccolo bicchiere da liquore. Vuoto.
La mosca sfida lo sguardo severo di troppi gatti, nulla è concesso ai rumori del vicolo, rimasti fuori a rimbalzare sulle risate di una vacanza tedesca, sull’imprecazione di una vecchia che trascina in salita la borsa della spesa.
La Liguria sa difendersi. Giulia, invece, attende l’arrivo del nulla, e come al solito il pomeriggio l’accontenta.
“Senti tesoro, io in questo viaggio non ci vedo nulla di male. Pronto, mi senti? Che ne so, ogni tanto va via la voce. Comunque se non vuoi partire non partire, ma le carte sono belle. Belandi, te le ho già fatte tre volte! Non sto sbuffando, è il fumo. Lo vedi come sei nervosa? Questo dicono le carte: viaggio piacevole e senza intoppi, fantasia e colori, tutto bene. Ma c’è tanto nervosismo. Devi rilassarti, vedere il bicchiere mezzo pieno. Pensa a me, che sono contenta solo quando è pieno del tutto! È una battuta. Scherzavo, tesoro! Secondo me puoi partire tranquilla. Ti divertirai e con lui andrà liscia anche come sesso. Garantito. Cara, impara a volerti bene! Lascia perdere il mio caso, qui parliamo di te! A me stessa penso da sola! Ecco, brava. Che cosa? Venti euro come al solito. Perché, forse vuoi darmi di più? Allora venti euro. E va bene, fammi una ricarica telefonica, cosa vuoi che ti dica… Intesi. Buon viaggio! Divertitevi! E chiama quando torni, un bacio grande, ciao!”
La morte di una mosca per bocca di un gatto grigio chiamato Artù viene celebrata nella prima ora del pomeriggio. Campana ferma nel volo dei gabbiani, cielo di raso, il mare è un’ipotesi blu oltre il nero gomitolo di salite e carruggi.

2 recensioni per Dammi un motivo

  1. Andrea L

    Il libro dei cambiamenti

    Ora che l’ho letto mi chiedo: Dammi un motivo, ma che sia davvero buono, per non leggerlo…
    Il libro, ben scritto e caratterizzato da uno stile personalissimo che ho molto apprezzato, sia per costruzione delle frasi che per l’uso dei vocaboli, è veramente piacevole da leggere.
    I personaggi sono ben delineati, sia i protagonisti che i comprimari e la trama scorre bene fino a raggiungere un finale scritto, anche questo, in modo decisamente inatteso e sorprendente.
    La storia verte principalmente sulla tematica del cambiamento. Cambiamento di pensiero, di comportamento, di atteggiamento nei confronti della vita e di abitudini, cambiamenti di mentalità e anche delle relazioni interpersonali.
    Le due protagoniste femminili della storia si influenzano reciprocamente ed evolvono, pagina dopo pagina, costruendo fra loro un rapporto che, partendo dalla diffidenza arriva fino all’amore parentale.
    Il rapporto invece fra la cartomante, Giulia, colonna portante della storia, e gli altri personaggi muta in relazione a tutti i possibili fattori che possono influenzarla. Queste variazioni sono anche riflesso del suo cambiamento interiore.
    Penso che molto del significato del libro, letto oltre la storia narrata sulle “righe di superficie”, stia nel recondito messaggio che è necessario trasformare sé stessi per trovare la chiave per mutare il mondo e il modo di vedere tutto quanto ci circonda.
    Anche l’ambientazione assume, a tratti, la connotazione di personaggio. Le descrizioni degli ambienti, accennate a tratti con passaggi poetici e pieni di sentimento, completano un’opera che definirei davvero valida e di spessore.
    Attendo con ansia un nuovo libro di questo abile autore.

  2. Marina A

    “Una sensazione di gelo che va oltre le Sibille”

    Recensione di Marina Atzori

    Non sapevo se azzardare a scrivere tanto, poi, una volta arrivata alla fine, ho pensato che nel momento in cui avrei espresso la mia opinione su “Dammi un motivo” di Giorgio Bianco l’inizio sarebbe stato proprio con questa frase e non con un’altra:

    Attenzione: questo libro contiene effetti collaterali per il lettore.

    Maneggiare con cura.

    Non temete, ora cercherò di spiegarmi meglio, partendo per sommi capi dalla trama.
    La storia è ambientata in Liguria, la protagonista è Giulia, una cartomante che ha troppi conti in sospeso con se stessa, con il suo presente e il suo passato. Lei però si rifugia in una sorta di clessidra immaginaria, giocando con il tempo e le ore, granelli di sabbia bianca che ne rappresentano lo scorrere inesorabile. Predice il domani degli altri, giocando con i Tic Tac dell’orologio, interpretando il futuro della gente, quella gente che tanto odia. Giulia non sbaglia a detestare il genere umano, tanto volubile tanto imprevedibile, tanto traditore e meschino nei suoi confronti. Non tarderà infatti ad avere conferma che la sua diffidenza sia in fondo un sentimento buono e giusto da provare. Il sospetto sarà un tarlo che la seguirà ovunque, nei sogni premonitori e anche nelle figure delle carte. Ma Giulia non è solo una donna fragile e barcollante e che fa bene a non fidarsi, è molto di più, un di più per cui faccio una gran fatica a trovare le parole. Per questo posterò qualche passaggio dell’autore, perché credo che lui sia l’unico a saper dare il peso alle parole che nascono dai Pensieri tormentati di una figura femminile soffocata dall’alcol e dai suoi effetti alienanti. Giorgio Bianco mi ha lasciato emozioni forti con il suo romanzo, è riuscito con l’arte della scrittura che gli appartiene a pieno titolo, a farmi toccare con mano i labirinti mentali di Giulia, le vie d’uscita che mancano, le sconfitte, le lotte con la vita e l’invidia delle persone. L’incontro con Celine, la tredicenne che sembra quasi un angelo sceso dal cielo apposta per tenderle una mano, le insegnerà che di buoni motivi per vivere un’esistenza che le renda dignità ce ne sono, hanno un volto e il nome di questa piccola creatura venuta dal mare. Ebbene sì, la salvezza arriva, giunge da qualunque luogo se la si desidera tanto, persino dal mare, per strapparle di dosso il torpore e il vetro nel quale annega ogni giorno i suoi dispiaceri. Ecco, il mare… a voi sembra poco il mare? Allora vi invito a leggere com’è il mare di Giulia…

    “Il mare non lo sa. Riposa. Fra i riflessi gialli e arancio del fuoco, i lampeggianti blu dei battelli del soccorso. Riposa, sfinito nel caldo e nel vetro. Eppure laggiù urla, paura e dolore squarciano la notte.”

    Le notti di Giulia sono senza vento, in attesa che arrivi qualcuno a portarla via, a stringerla con braccia forti e sincere. Le giornate sono fatte di ricordi indelebili, di un mazzo di carte che cancella la solitudine per pochi attimi, dell’amore per Giannino, di un’amicizia come quella di Elvira, una poliziotta insicura, una figura ambigua che l’autore descrive molto bene nelle sue contraddizioni psicologiche. La presenza di questo personaggio segnerà l’ingresso dell’alone noir nella storia. Non mancheranno i colpi di scena mentre Giulia, grazie a Celine cercherà di riprendere in mano le redini del suo destino tentando il progetto di una fuga. I guai non sono lontani, il male è dietro l’angolo, fa eco nei vicoli con gli spari, ma anche tra le mura sgretolate. Non basta chiudere le finestre e rintanarsi dentro. No, non basta. Anzi, non basterà. Sarà proprio il futuro a dare gli ennesimi schiaffi alla protagonista. Tra i profumi e i colori della riviera dove il sole ha la forza di una carezza. A nulla serviranno le immense distese di ulivi, il mercato, il profumo di basilico. La quotidianità di Giulia verrà stravolta sempre e comunque, pur senza bottiglie vuote e piene, che un tempo rotolavano per casa, e venivano venerate come totem. La scrittura di Giorgio Bianco ha uno stile incalzante e penetrante, carico di quella patina di mistero di cui un Noir ha assoluto bisogno. Tuttavia è presente anche un altro stile in questo libro, più romantico, più poetico-malinconico che lascia ampio spazio all’introspezione e all’inquietudine del genere umano, sempre in preda ai suoi demoni interiori, alle sue insicurezze, ferite dell’anima che fendono le pagine di questo libro, proprio come fossero coltelli, lame che tagliano e impediscono il riscatto di un’anima persa come quella di Giulia. È tutto così difficile per lei, in bilico fra fuga e passione, un fiore della disperazione in cerca di un motivo per andare avanti e andarsene via, lontano e per sempre da quel posto malato di dubbi. Il suo è un malessere difficile da individuare attraverso le carte. Una sensazione di gelo che va oltre le Sibille. Il mondo fuori racconta la realtà, le rapine e la morte, entrando attraverso gli stipiti delle porte con l’odore del pericolo.

    “Fuori, la notte profuma di settembre, di foglie di vite e rugiada. S’indeboliscono le cicale, resiste il grillo. Lontane, vicine, chissà: mille rane d’argento si appiattiscono sotto il peso della luna. Il soffio stanco spinge fuori dai polmoni il fumo delle tre del mattino…”

    Riusciranno Celine e Giulia a partire? Ad affrontare il viaggio che tanto sperano? Un incubo paleserà il presagio di un percorso a ostacoli annunciato, di un futuro che mette paura, e ansia continua di non farcela…

    “Il sole è sorto e risorto troppe volte per non sapere che il buio calerà ancora una volta: è questione di tempo.”

    Dovrei concludere lo so, ma sono sincera: sarei pronta a proseguire perché mi è piaciuto davvero tanto. Questo è uno dei libri più belli che ho letto di quest’anno. Perciò ho esordito scrivendo che conteneva effetti collaterali. L’ho maneggiato e letto con cura, sì, perché non avrei potuto fare diversamente, date le emozioni che mi ha regalato. Spero di avervi dato più di un motivo per invitarvi alla lettura di questo romanzo viscerale, un po’ fumoso, oscuro e attraente, maledetto e sibillino… proprio come il futuro di Giulia. Alle pagine di “Dammi un motivo” non mancano davvero i presupposti per essere affiancato a quello di grandi autori del genere Noir. Bravo davvero Giorgio!

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