Descrizione
La storia dello straordinario amore tra Carolina e Michele diede vita al Cinema Italia, il primo della Daunia. Un evento che, alla fine degli anni ’40, regalò agli abitanti di Sant’Agata di Puglia nuove occasioni di socialità e benessere culturale attese a lungo dalla gente.
Basato su vicende realmente accadute, questo romanzo racconta anche le vicissitudini del Viticone, la masseria in cui si era stabilita la famiglia di mastro Vito, il padre di Michele, che aveva aperto un’officina a supporto del lavoro degli agricoltori alle prese con la comparsa dei primi macchinari. L’attività fece apprezzare le sue conoscenze di meccanica e la sua intraprendenza che avrebbe poi portato alla creazione del cinematografo.
PROLOGO
Carolina e Michele si giurarono amore fino alla fine dei loro giorni. E così è stato.
All’indomani del 3 agosto 1944, il giorno in cui furono celebrate le loro nozze, per Michele iniziò una nuova vita. Di impegno al mantenimento della famiglia, che successivamente si sarebbe formata con la nascita dei 5 figli.
Lei, Carolina, fu un’insegnante scrupolosa per tutta la vita, fino al pensionamento, avvenuto 40 anni dopo, nel 1984.
Michele non ebbe subito un lavoro fisso, per cui suo padre, mastro Vito, lo coinvolse nelle proprie attività. Nel 1948, dopo aver acquisito il locale teatro dove, prima della ristrutturazione operata dal comune, avevano trovato rifugio per la notte i braccianti che arrivavano ad esempio dall’avellinese per la stagione della mietitura, mastro Vito lo adattò e lo arredò per farlo diventare il Cinema Italia, per affidare poi a suo figlio la cabina di proiezione. Per Michele fu la svolta che lo coinvolse affettivamente, perché il cinema e quella cabina diventarono la sua missione di vita.
Dopo anni di pratica, nel 1954, a Foggia, conseguì la patente di cineoperatore. E, facendosi trascinare dalla sua passione per le nuove applicazioni dell’elettronica, avviò anche un negozio di vendita e riparazioni radio e tv, in una stanza adiacente alla cabina di proiezione del cinema, riscuotendo un discreto successo grazie alla sua abilità gestionale. Il cinema e la vendita di radio e tv contribuirono alla rinascita del paese, favorendo una stagione di socialità che Sant’Agata non aveva mai conosciuto prima.
Ciò che accadde in quella parte della Daunia lungo tutto il corso degli anni ’50 coinvolse donne, uomini e bambini e molti dei paesi confinanti, tra i quali Ascoli Satriano, Accadia e Monteleone, i cui abitanti furono attratti dagli annunci lanciati dagli altoparlanti montati sul tetto della Fiat Seicento, che Michele utilizzava per pubblicizzare la programmazione del cinema di Sant’Agata. «Cappa e spada, questa sera», annunciava, richiamando l’attenzione della gente. «Sparatorie come non le avete mai viste, con i grandi attori della cellulosa: Amedeo Nazzari, John Wayne e Tyrone Power, in storie d’amore strappalacrime. La cena delle beffe, I figli di nessuno, Ombre Rosse, Il sole sorgerà ancora. Marcellino pane e vino». Nessuno poteva resistere ai richiami di Michele, che mantenne sempre le promesse, visioni al cardiopalmo e lacrime di commozione, «purtatev li maccatur», portatevi i fazzoletti, andava dicendo, per rendere l’idea delle emozioni che sarebbero arrivate dritte al cuore degli spettatori.
Ma non solo film, perché al teatro, ad un certo punto dell’attività, si avvicendarono alcune compagnie di avanspettacolo, tra le più emergenti in quella parte del meridione che non conosceva ancora il benessere e la stabilità economica del centro e del nord d’Italia. Compagnie teatrali che, con le loro sirene suadenti, cominciavano ad attrarre la gente desiderosa di uscire dal clima oscurantista della guerra.
Questa è la storia delle persone che scommisero con le avversità del tempo, imprendendo attività in quel paese di pietre della Daunia. È il racconto di una parte del vissuto e di frammenti di esperienze emersi dai ricordi impressi indelebilmente nell’animo di tanti paesani che hanno vissuto la storia del Cinema Italia. Le memorie di un’allegria diffusa che animò le famiglie e i bambini attratti dai sogni materializzati su un telone, lo schermo su cui scorrevano le palpitanti vicende degli eroi di quell’indimenticabile stagione.
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