Descrizione
Prossemica è una silloge che si interroga sul significato dello spazio che ci separa o ci unisce ad altre persone e anche a luoghi, cose, stati psichici. Esplora distanze, atteggiamenti e gesti per scomporre la realtà circostante e cercare una più profonda consapevolezza di sé.
La posizione più significativa è quella delle relazioni umane, fatta di silenzi e ascolto, di partecipazione emotiva ma anche di scelte di isolamento, quando l’anima si chiude a riccio, per cercare l’equilibrio della propria dignità.
Forse, è più facile trovare le giuste distanze tra noi stessi e ciò che ci circonda se realizziamo di essere parte della natura, che è più grande di noi e ci include, mentre difficili sono le relazioni umane, problematiche le distanze intime, devastante la violenza di un padre, di un compagno.
E qual è la distanza alla quale ci sentiamo sicuri di fronte alla nostra immaginazione, all’equivoco di un amore che non è quello che sembrava, al rischio di mentire a noi stessi?
Del resto, abbiamo davvero colpa per i nostri errori? Il mondo in cui viviamo è così assurdo e superficiale al tempo stesso: orrori e guerre ci vengono presentati come normalità che quasi non fa notizia, la comunicazione tra persone è frettolosa e banalizzata, lo smarrimento e l’incomprensione fanno capolino a ogni angolo.
Le ultime distanze, le misuriamo di fronte alla morte: le cancelliamo con l’ultimo abbraccio a un amico, intriso di malinconica dolcezza, o trangugiamo amarezze di fronte a morti che non riusciamo a piangere: unica, piccola luce, la consapevolezza che le persone sono soltanto quello che possono essere, che bisogna accettarsi e accettarle, e che ognuno vive solo come sa.
SOTTO IL GELSO
Vado pazza per chi non finisce le sue frasi,
per chi straripa dalla reticenza
e si svela in un gesto,
per gli occhi screziati
e per le more oblunghe
che cadono sul tarassaco mature,
mai troppo dolci.
Vado pazza per chi non sa di essere un poeta
e per le dita generose sul pianoforte,
per le risate di mio figlio
e per una donna straniera che mi capisce
senza parlare.
Vado pazza per le relazioni sottese,
per i silenzi e per l’ascolto,
per la curiosità e per l’irragionevolezza.
Vado pazza per un’ombra di morte
che si avvicina amichevolmente.
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